(28 Mar 24) Il PNRR ha finanziato alla Città Metropolitana di Torino un importante intervento di riforestazione che interessa i Comuni di Brusasco, Cavagnolo, Lauriano, San Sebastiano da Po e Verolengo, dove, in collaborazione con l'Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, saranno messi a dimora oltre 72.000 esemplari di alberi e arbusti. L'investimento di circa 2.250.000 di euro prevede l'eradicazione delle specie alloctone invasive e la piantumazione di un bosco misto di querce (rovere e farnia), carpini, aceri campestri, frassini, ontani neri, pioppi bianchi, neri e tremoli, ciliegi selvatici e alcune specie arbustive come biancospino, nocciolo, maggiociondolo, viburno, corniolo e sanguinello.
Sono in corso i lavori di messa a dimora proprio a Brusasco e Cavagnolo: intorno alle giovani piantine sono stati posizionati gli shelter, cioè le protezioni dalla fauna selvatica e un importante strato di paglia per garantire la corretta umidità riducendo anche la crescita di erbe infestanti.
Quando i lavori saranno ultimati, saranno riforestati oltre 54 ettari di terreno, subito a valle del capoluogo. L'intervento rientra nell'ambizioso progetto di forestazione, inserito nel "Decreto clima", in seguito convertito nella legge 12 dicembre 2019, n. 141. Con la Missione 2 - Componente 4 - Investimento 3.1 "Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano" del PNRR gli interventi di forestazione urbana, periurbana ed extraurbana nelle Città metropolitane sono stati ricompresi in un programma di finanziamento: queste le indicazioni che compaiono sui cartelli che individuano il cantiere forestale in corso d'opera!
L'Ente-Parco ha contribuito, insieme ai Comuni coinvolti, nella ricerca e nel reperimento dei terreni di proprietà pubblica su cui impiantare la nuova foresta.
L'obiettivo condiviso è contenere l'inquinamento atmosferico riducendo il particolato nelle aree metropolitane, a vantaggio della salute umana. Si sfrutta inoltre il ruolo di contrasto ai cambiamenti climatici giocato dagli alberi grazie alla loro azione di stoccaggio della CO2 e assorbimento di inquinanti. E, non ultima, la valorizzazione delle periferie e la creazione di connessioni ecologiche con le aree rurali (corridoi ecologici, reti ecologiche territoriali) e il sistema delle Aree protette del Po piemontese.
Iniziati i lavori, l'Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese guarda al futuro: "Gli interventi interessano cinque aree che non sono contigue. La sinergia creata tra le cinque amministrazioni comunali va oltre i confini amministrativi e vuole essere un primo passo per restituire al fiume e alla cittadinanza un'area naturale adatta anche alla fruizione dolce." - questo il commento di Roberto Saini, Presidente dell'Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese - "Le aree presentano infatti caratteristiche simili dal punto di vista vegetazionale ed ecosistemico: gli interventi previsti sono complementari tra loro e concorrenti ai medesimi obiettivi di tutela della biodiversità in un'ottica di riqualificazione dell'habitat fluviale oltre che di incremento della qualità paesaggistica."
R.A.