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Il Piano Pluriennale Economico-Sociale: Il territorio del Piano

L'area di studio e le aree di lavoro

Il territorio di riferimento è l'ambito dei 37 Comuni in cui ricadono le aree protette del Fiume Po tratto torinese e quelle della Collina Torinese. Per questi luoghi il progetto è volto a individuare gli elementi culturali e simbolici, di cui occorre tenere conto in un'azione di rivitalizzazione dell'area fluviale e della Collina, di seguito riportati:

  1. la ricostruzione del "mito del Po", recuperandone i contenuti attraverso l'analisi di feste, cerimonie, leggende, canzoni, proverbi, modi di dire, etc., e verificandone lo spessore attraverso il richiamo a testimonianze della vita materiale (piloni e cappelle, memorie di mestieri e attività imprenditoriali pertinenti, etc.);
  2. il tracciato dei 'confini' del Fiume, vale a dire, le aree peri-fluviali e i siti paesaggistici in cui tale complessità di simboli è operante indagando in particolare il rapporto con i territori circostanti e con l'area collinare con la quale esiste una forte integrazione dal punto di vista territoriale(e può quindi plausibilmente venire riproposta ai visitatori attraverso percorsi, eventi, etc.);
  3. i territori della collina come ambito interessato sia dalle sue connessioni con il Po che la cinge, sia con la realtà più ampia e più prettamente 'di entroterra' che guarda al versante sud del sistema collinare di Torino e che costituisce il contesto di riferimento e di relazione, sia nei suoi rapporti con la storia che con le recenti dinamiche di suo uso scientifico e didattico (come anche testimoniato, ad esempio, dal rilancio del centro dell'osservatorio Astronomico di Pino Torinese).

In prima approssimazione, per questi ambiti territoriali le linee strategiche per lo sviluppo economico e sociale sono:

  1. sviluppo delle attività agricole e loro inserimento all'interno di un sistema di marchio integrato, individuazione di prodotti tipici, filiere, etc., quali attività fondamentali per il miglioramento dell'assetto paesaggistico ed ambientale generale delle aree e come aspetti di presidio sul territori volto a garantire adeguati standard di manutenzione ed anche di sicurezza;
  2. fruizione dei territori sia in termini naturalistici, ad esempio con la realizzazione di sentieri pedonali e ciclabili, di accessi puntuali alle aree a parco, di capanni e punti di osservazione naturalistica; sia in termini turistici, attraverso l'attivazione di nuovi percorsi di navigazione (anche solo per sotto ambiti, non prevedendo la totale percorribilità del Fiume) e di rinaturazione dei laghi di cava (con fruizione balneare, sportiva e turistica). Un insieme di azioni volte ad interpretare l'organizzazione della fruizione come strumento per la tutela, come risposta organizzativa all'aumento della efficienza della tutela dei valori ecologici che devono rimanere inalterati ed anzi trovare forme di sostegno all'incremento del loro stato di equilibrio;
  3. valorizzazione delle emergenze e dei sistemi storico-culturali, attraverso azioni di salvaguardia, di diffusione della conoscenza e di promozione per il corretto collocamento della straordinaria rete dei beni storici presenti in entrambi i territori collinari e fluviali, anche in stretta correlazione con elementi di carattere culturale afferenti al tema dei parchi letterari ed alle locali attività di recupero delle tradizioni e delle rievocazioni storiche;
  4. valorizzazione ambientale, naturalistica e paesaggistica con particolare riferimento alle attività compatibili e/o compatibilizzabili localizzate nelle aree protette e ad eventuali elementi di criticità da contestualizzare relativamente ai pani strategici di area ed al nuovo Piano paesaggistico regionale ovvero agli ambiti di paesaggio individuati.


L'articolazione del Piano e tempi di redazione

Tali linee strategiche tematiche devono trovare una loro integrazione in progetti di area che si riferiscano a unità di paesaggio caratterizzanti ambiti significativi:

  1. il Po dei Laghi, cioè l'area a sud della città di Torino compresa tra Racconigi e Moncalieri;
  2. il Po dei Re, cioè il tratto metropolitano della fascia fluviale;
  3. il Po delle Colline, cioè l'area a ovest della città di Torino compresa tra Chivasso e Crescentino;
  4. la Collina Torinese, cioè l'area compresa tra la Città di Torino e il Comune di Chieri.
  5. Gli ambiti significativi configurano i contenitori delle diverse progettualità alla scala locale ma, allo stesso tempo, costituiscono sistema organizzato di scala territoriale riferito al territorio del fiume e alle sue colline. Per progettualità devono intendersi tutte le progettualità materiali ed immateriali volte a porre in essere le azioni di indirizzo delle attività presenti sul territorio da riorientare, di quelle da incentivare e di quelle da attivarsi ex novo.

Per ciascun ambito sono state scelte alcune realtà locali particolarmente significative e molto differenziate sia per caratteristiche paesaggistiche, sia per caratteristiche socio-economiche, che diverranno oggetto di indagine nella prima fase di lavoro:

  • Carignano (Po dei Laghi);
  • Rivalta di Torino e San Mauro Torinese (Po dei Re);
  • Chivasso e Verrua Savoia (Po delle Colline);
  • Pino Torinese e Castagneto Po (Collina Torinese).

Per ciascuna linea strategica, a partire dalle analisi conoscitive di inquadramento generale, verranno scelte proposte preliminari di intervento (sia in termini di opere materiali, sia di azioni immateriali) da sottoporre a verifica di pre-fattibilità. Inoltre, in un'ottica più classicamente programmatoria, si cercherà di definire la successione temporale degli interventi e delle azioni. Tali proposte verranno restituite in uno strumento comunicativo di piano, costituito da un web-gis che permetta anche di visualizzarle in modo adeguato e di costituire il presupposto per una forte componente comunicativa del processo di piano.

Il Piano di lavoro si articola pertanto in una prima fase di indagini della durata di circa 6 mesi nella quale definire: l'area di riferimento territoriale, il censimento dei caratteri dell'articolazione territoriale e socio economica, l'assetto urbanistico presente allo stato di avvio del programma, la mappatura delle progettualità integrate di area, la descrizione delle linee strategiche di sviluppo prima indicate contestualizzate nelle diverse unità di paesaggio identificate.

Nella prima fase si predisporrà un forum seminario di una giornata con gli attori interessati per approfondire le tematiche di analisi e le modalità operative per la redazione del documento. Tale seminario potrebbe proseguire, con un'attività di confronto e comunicazione appoggiata su un sistema web di relazione con i cittadini e con i portatori di interesse predisposto dagli enti di gestione.

Il Piano di lavoro si sviluppa successivamente in una seconda fase di indagini della durata di circa 1 anno nella quale definire: le proposte preliminari di intervento per ciascuna linea strategica, la puntuale individuazione del perimetro di azione del Piano, il dossier di verifica di prefattibilità nel quale individuare i soggetti coinvolti e le possibili linee di finanziamento ed attuazione attenti a modelli di gestione ad alta economicità ed efficienza. In tale campo sono inoltre comprese le attenzioni rivolte alla crescita dei sistemi di gestione anche volontaristica delle risorse locali, come emergente ed importante segmento della sostenibilità sociale del territorio.

Sulla base dell'approvazione di tale primo documento di indirizzo verrà redatto l'indice di lavoro specifico e l'avvio dei contratti di redazione del piano secondo l'articolazione qui individuata. Sempre nella prima fase si ritiene utile, in collaborazione con gli Enti di Gestione, strutturare uno schema metodologico con le indicazioni per la stesura dei futuri PSE regionali con particolare attenzione alla valenza strategica di tali strumenti.

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