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Parco Naturale Regionale Costa Otranto - S.Maria Leuca - Bosco Tricase

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Fasce tagliafuoco nel Parco Otranto-Leuca: pubblico e privato insieme per l'anticendio

(Andrano, 25 Lug 23) Il problema degli incendi si ripresenta puntuale come ogni anno nella stagione estiva. Episodi fino a qualche anno fa ritenuti fisiologici per il territorio salentino, tendono sempre più spesso a raggiungere proporzioni catastrofiche a causa dell'innalzamento delle temperature, dell'indebolimento dei meccanismi di difesa degli ambienti naturali, dell'incuria in cui versano campagne e pascoli.

«In particolare il territorio del Parco si trova davanti ad un cambiamento epocale del paesaggio, delle prassi agricole, dell'uso del suolo e delle sue risorse: i terrazzamenti olivetati, già seriamente minacciati di abbandono colturale prima della Xylella, sono oggi in balia ad una profonda disaffezione da parte dei proprietari; disaffezione assolutamente comprensibile ma non per questo meno grave in termini di dissesto agroambientale cui stiamo assistendo» precisa Francesco Minonne, biologo del Parco.

Da questa riflessione è nata la necessità di lavorare sulla creazione di fasce tagliafuoco all'interno del Parco, ovvero aree strategiche opportunamente pulite che possano, in caso di incendio, fermare o abbassare il fuoco nel suo passaggio, permettere l'ingresso dei mezzi AIB (Anti Incendio Boschivo) con più facilità e porre il personale antincendio in condizione di vantaggio per fermare l'avanzata delle fiamme.

«Non possiamo sapere se e dove passerà il fuoco, ma possiamo identificare delle zone sensibili, ed è quello che abbiamo fatto individuando ben 7 fasce per un totale di 5 ettari che il Parco ha già iniziato a diserbare con mezzi meccanici, eliminando la vegetazione erbacea e non protetta, radendola al suolo il più possibile» aggiunge Minonne.

Un lavoro svolto con il ''Contributo regionale prevenzione incendi boschivi e gestione post incendio" (Articolo 35 Legge Regionale 51/2021) partito dalla cartografia, che ha permesso di individuare fasce funzionali allo sbarramento: le mappe così create verranno girate ai Comuni che le passeranno a loro volta alle protezioni civili, in modo che le squadre di primo intervento sappiano dove poter trovare la strada spianata per intervenire in un territorio a tratti molto impervio, in cui trovare punti di ingresso per avvicinarsi alle fiamme diventa talvolta un vero problema.

Elemento assoluto di innovazione è che, per la prima volta, si sta intervenendo in sinergia con i privati, proprio in quelle aree che, spesso, diventano punti di innesco e di propagazione.
Non si tratta di pulire la proprietà solo nella parte perimetrale, ma di utilizzare l'intero fondo come pista tagliafuoco di interesse pubblico.

«Il punto di forza è che questa operazione, se replicata un numero di volte importante, diventa strategica per unire il privato all'interesse pubblico. Il Parco è costituito da una miriade di fazzoletti di terra, a volte piccolissimi, quasi tutti privati e che spesso non vengono puliti: di fronte a questo, l'istituzione interviene anche lì dove non vi sono precisi obblighi per i privati, con un'attività dalle ricadute pubbliche diffuse di protezione contro gli incendi. È necessario che pubblico e privato smettano di essere immaginati come entità contrapposte e diventino attori corresponsabili che condividono la buona gestione del territorio, trovando tempi e contesti di dialogo e pianificazione», conclude Minonne.

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