L'area si estende in un ambiente collinare a vocazione viticola che si
sviluppa tra i 118 e i 311 m. sul livello del mare, in una zona di
transizione fra la pianura alluvionale e le pendici che salgono
gradatamente verso la fascia appenninica, costituite da alluvioni
antiche e da formazioni sedimentarie. Il clima, caratterizzato da
precipitazioni scarse e abbinato alla superficialità dei suoli,
determina alcune caratteristiche di relativa xerotermofilia delle
formazioni vegetali.
Una forte connotazione paesaggistica è
conferita a questi territori dalla viticoltura. La vocazione viticola
della zona è qui rappresentata dalle produzioni di vini D.O.C. di
grande pregio come il Brachetto d'Acqui, il Dolcetto d'Acqui, il
Barbera d'Asti e del Monferrato, il Cortese dell'Alto Monferrato, il
Moscato d'Asti, l'Asti spumante.
La dimensione territoriale complessiva della zona di salvaguardia
consente di integrare e definire le politiche di conservazione e di
gestione delle risorse naturalistiche e paesaggistiche in un contesto
territoriale omogeneo attraverso azioni di sistema tra tali politiche
con iniziative di valorizzazione del patrimonio culturale, delle
tradizioni, delle economie tipiche locali, di recupero del patrimonio
edilizio ed urbanistico.
La vegetazione è costituita da boschi a prevalenza di roverella (Quercus pubescens) abbinata al cerro (Q. cerris) nelle zone di crinale e nelle esposizioni più calde; nelle esposizioni più fresche prevalgono la rovere (Q. petraea) e il castagno accompagnati talvolta dalla farnia (Q. robur),
in prossimità degli impluvi. Il Governo a ceduo ha modificato la
struttura della vegetazione attuale, che per composizione specifica
puo' considerarsi molto vicina alla vegetazione potenziale
caratteristica di tale area. Infatti da una lato si riscontrano specie
legate alle classi Querco-Fagetea e Quercetea robori-petraeae, ma nelle esposizioni più calde prevalgono le specie della classe Quercetea pubescenti-petraeae.
La copertura boscata si è discretamente mantenuta in corrispondenza
dell'area anticamente occupata dal Bosco delle Sorti (circa 300 ha), ai
margini del bosco e in altre zone prevalgono infestanti e/o esotiche
quali Robinia pseudacacia, Rubus sp. pl., Clematis vitalba, Solidago gigantea ecc. Le formazioni boscate sono inframezzate in modo discontinuo da vigneti, seminativi e prati stabili.
Dal punto di vista floristico è da segnalare la presenza di alcune
specie di Orchidacee protette dalla legislazione regionale (l.r. 2
novembre 1982, n. 32) come Orchis morio, Orchis sambucina, Platanthera chlorantha.
Caratterizzano il sottobosco quattro specie di ginestre: Cytius scoparius, Genista germanica, abbastanza comuni e tipiche della brughiera, Cytisus villosus, specie stenomediterranea qui al limite del suo areale, e Genista cinerea,
presente solo in Piemonte e in Liguria nella fascia compresa tra
l'Appennino Ligure e le Alpi Marittime. Di rilevante interesse è la
presenza di Erica arborea al limite settentrionale del suo areale, il cui mantenimento è legato alla pratica delle ceduazioni.
Il ceduo e la parcellizzazione del bosco, se da un lato hanno condotto ad una modificazione della struttura potenziale del soprassuolo, dall'altro hanno favorito una elevata variabilità ecosistemica, con la creazione di una disetaneità del popolamento forestale che ha determinato una diversità strutturale ed una elevata potenzialità faunistica. I mammiferi più frequentemente osservati sono: cinghiale, volpe, lepre europea, faina, tasso, riccio, scoiattolo, ghiro, toporagno e alcune specie di chirotteri. per l'avifauna sono segnalati il picchio rosso, picchio verde, la civetta, il gufo, la poiana e alcune specie di interesse venatorio quali il fagiano, la starna, la quaglia, il germano reale. All'interno dell'area è peraltro presente un'Azienda Faunistico-Venatoria.