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Zannone, la riserva è un mondezzaio Vigorelli denuncia Forestale e Parco

Il sindaco di Ponza: «L’isola è in condizioni pietose, gravissime violazioni ambientali: ci sono tre discariche a cielo aperto e ingenti quantità di veleno per topi sparpagliato qua e là all’interno della villa comunale»

(05 Agosto 2016) Zannone, isoletta selvaggia dell'arcipelago pontino di neanche un chilometro quadrato d'estensione: minuscola eppur conosciuta dalla notte dei tempi trovandosi sulla rotta dell'ossidiana, materiale che proprio qui veniva probabilmente lavorato dall'uomo primitivo. Conosciuta ai giorni nostri per essere diventata la riserva di caccia della famiglia Casati e per aver ospitato, nella villa che si trova sulla sommità, le estati libertine della marchesa e del suo consorte. Annessa al Parco nazionale del Circeo dal 1979, si è cercato negli anni di renderla meta del turismo sostenibile, ma oggi - a detta del sindaco di Ponza - è stata vilipesa proprio da chi ha il dovere di proteggerla. Per questo Piero Vigorelli (dopo aver informato il governo) ha denunciato la Forestale documentando la presenza di discariche a cielo aperto. E sarebbe stato abbandonato da anni il topicida usato per il progetto di derattizzazione.

Le prove del misfatto

  «L'isola è in condizioni pietose - scrive Vigorelli -. Sono state raccolte prove documentali di gravissime violazioni ambientali in un'area che avrebbe dovuto essere protetta da qualsiasi intervento distruttivo dell'uomo. Ho documentato da oltre un anno l'esistenza a Zannone di tre discariche a cielo aperto, con materiali di ogni tipo, nonché di ingenti quantità di veleno per topi sparpagliato qua e là all'interno della villa comunale, alla mercé di chiunque».

Le discariche        

«La prima discarica - spiega il primo cittadino di Ponza - è un ammasso indistinto di robaccia, con reti da letto, elettrodomestici fuori uso, scaffalature in ferro, mobili a pezzi e perfino alcuni tubi verosimilmente di eternit. L'altra è sul sentiero in muratura che dal mare porta al Faro. Ci sono una quindicina di sacchi neri di spazzatura, che sono lì da almeno due anni, putrescenti e puzzolenti. La terza con sanitari a pezzi, reti metalliche, porte e finestre sgangherate, inerti dell'edilizia, è alle spalle della villa comunale, la Casa di caccia più nota come la villa dei festini del marchese Camillo Casati Stampa». Due di queste discariche, sottolinea Vigorelli, «sono a ridosso del Faro di Capo Negro, dove ci sono gli alloggi del Corpo forestale dello Stato».

Il topicida inutilizzato

Non solo. A Zannone, prosegue il sindaco, «il Parco del Circeo aveva installato un ufficio, una specie di museo e un paio di stanze per una foresteria. Il tutto, oggi, è in condizioni di degrado assoluto e impresentabile. Infine, il topicida gettato a terra alla rinfusa e centinaia di scatole nere per la cattura dei roditori sono all'interno della fatiscente villa comunale. Sono quantitativi abbandonati e non smaltiti del progetto europeo Life-Ponderat di eradicazione del ratto nero. Un progetto finanziato dall'Europa e con la collaborazione del Parco del Circeo».

Gli accusati

«È dal gennaio del 2015 - conclude Vigorelli - che ho denunciato e documentato questo schifo nelle sedute del nuovo consiglio direttivo del Parco, del quale faccio parte. Operoso silenzio anche da parte della Forestale, che pure riceve annualmente dal Parco una bella somma di denaro. Per chi non lo sapesse, in tutti questi anni a Zannone hanno soggiornato per lunghi o brevi periodi solo e soltanto il Corpo forestale, qualche funzionario del Parco, alcuni ornitologi. Nessun altro».            

La denuncia

Per questo la settimana scorsa Vigorelli (così racconta) ha presentato «formale denuncia per gravi reati ambientali» al procuratore di Cassino, Luciano D'Emmanuele, «nei confronti del Corpo forestale dello Stato e del presidente del Parco del Circeo». Nell'esposto, spiega il sindaco, «si fa riferimento alla legge 68 del 22 maggio 2015, che ha rafforzato le misure di repressione dei reati ambientali. La situazione - insiste - non è più tollerabile. I responsabili devono essere individuati e puniti severamente. L'opinione pubblica deve conoscere lo scempio ambientale che le autorità preposte alla difesa della natura hanno permesso si realizzasse a Zannone, in un parco nazionale».


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Fonte: Corriere della Sera

Una delle discariche a cielo aperto di Zannone
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