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Canali interrotti e serre. Le cause dei disastri

Vertice in Provincia dopo il maltempo, ora i lavori Il Comune bacchetta il Parco, ma sbaglia sulle competenze

(30 Dicembre 2018) Dopo la tromba d'aria di ottobre e ancor più dopo l'alluvione di novembre, il territorio pontino ha manifestato tutta la sua fragilità. Tantissimi i danni e ora si sta cercando di capire quali possano essere state le cause per evitare che simili disastri avvengano ancora. Nei giorni scorsi, a tale scopo,  si è tenuto un vertice in Provincia al quale, oltre all'ente di via Costa, hanno preso parte il Consorzio di Bonifica, il Comune di Sabaudia, il Parco nazionale del Circeo e il Raggruppamento carabinieri biodiversità di Fogliano.
Diverse le problematiche che sono state riscontrate. In primo luogo le interruzioni e/o i restringimenti dei canali, spesso in prossimità delle strade interessate da attraversamenti carrabili. Questo, s'ipotizza, a causa delle non corrette e non idonee intubazioni, che potrebbero aver comportato un rallentamento o l'interruzione dei deflussi idrici. L'elenco prosegue con la mancanza o la riduzione della fascia di rispetto dei canali di bonifica e poi si parla dell'eccessiva impermeabilizzazione del suolo. Una criticità che in alcuni casi è legata alle coltivazioni agricole intensive in serra e alla mancanza o alla inidoneità delle vasche di raccolta delle acque piovane, che servirebbero appunto a garantire l'accumulo delle stesse per il successivo utilizzo per arginare l'immissione incontrollata nella rete dei canali di bonifica.
Alla luce di questa situazione, si è iniziato a ragionare sugli interventi da effettuare e non solo in relazione alla somma urgenza, ma anche per la fondamentale manutenzione periodica.
Il sindaco di Sabaudia Giada Gervasi, in merito agli interventi da effettuare, nei giorni scorsi ha scritto al Parco lamentando di non aver avuto riscontri alle precedenti lettere con cui chiedeva «l'eliminazione dei pericoli gravanti sulla collettività per la caduta di alberi e il ripristino delle condizioni di regolare deflusso delle acque dei canali». Il Parco, con una nota a firma del direttore Paolo Cassola, ha risposto confermando «la piena disponibilità» dell'Ente, ma facendo chiarezza sulle competenze. La foresta demaniale, ad esempio, è in carico al raggruppamento carabinieri biodiversità a seguito dopo l'addio alla Forestale. La manutenzione idraulica dei canali, invece, a seconda delle varie articolazioni normative, è competenza del Consorzio, della Regione o della Provincia. E il Parco? Quest'ente interviene nel procedimento «solo ed esclusivamente nella fase autorizzativa». Una svista sulle varie competenze, fermo restando che ora come ora l'obiettivo principale è intervenire e, come sottolineato dal Parco, fare manutenzione periodica per prevenire possibili criticità.


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Fonte: Latinaoggi.eu

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