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Intimidazione al Parco, sospetti dopo le querele

a Sotto la lente degli investigatori anche la terminologia utilizzata per il plico e negli esposti firmati dall’indagato

(28 Settembre 2019) Dopo il ritrovamento delle taniche col liquido infiammabile e del plico indirizzato al comandante della forestale, le indagini degli investigatori hanno subito preso una pista ben precisa. Quella che poi ha portato nei giorni scorsi all'arresto di Giovanni Scavazza, indagato col figlio (ritenuto concorrente morale) per l'atto intimidatorio ai danni del Parco e del luogotenente Rossi. A insospettire gli investigatori, tra le altre cose, anche l'utilizzo di una terminologia per la scritta sul plico che conteneva le munizioni. Era la stessa che compariva in alcune querele sporte nei mesi passati da Giovanni Scavazza. Anche questo aspetto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota. Subito dopo la scoperta dell'atto intimidatorio del 24 giugno, gli investigatori hanno cominciato a esaminare le querele sporte da Scavazza. «Dal confronto effettuato tra detti atti e quanto scritto sul plico indirizzato al Rossi, si evidenziava subito - così nell'ordinanza - che il querelante utilizzava la stessa terminologia presente sul biglietto incollato sul plico contenente le cartucce». La dizione è "Carabinieri Forestali". Alla luce dei primi sospetti, a distanza di qualche giorno vengono attivate le utenze telefoniche e ambientali. L'attività investigativa è quindi andata avanti. Oltre alle intercettazioni, sono stati acquisiti anche i risultati delle analisi di laboratorio svolte dal Ris di Roma, che ha estrapolato un profilo genetico maschile in fase di definizione e tre impronte papillari: due sui teloni e una sulla busta. A quel punto Scavazza, messo alle strette una volta ricevute le informazioni di garanzia per il prelievo coatto di campioni biologici, ha deciso di farsi interrogare in Procura, assistito dagli avvocati Gaetano Marino e Giampiero Vellucci. Ha ammesso tutto dicendo di aver agito da solo e affermando di voler solamente compiere un gesto eclatante a scopo intimidatorio. A distanza di qualche giorno, motivando il provvedimento col pericolo di fuga, di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato, è arrivata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere con il relativo arresto. Giovedì l'indagato è stato sottoposto all'interrogatorio di garanzia. Ora gli avvocati valuteranno se chiedere l'applicazione di una misura meno afflittiva o se presentare ricorso al Tribunale del Riesame di Roma


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Fonte: Latinaoggi.eu

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