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Daini da abbattere, Ricciardi: «Nel Parco nessuna mattanza»

(10 Gennaio 2020) «Al Parco nazionale dei Circeo non è prevista emai sarà prevista una mattanza di daini e nessun cacciatore o sele-controllore sparerà mai dentro l'area protetta. Il Parco non può comunque dichiararsi estraneo alla convivenza tra uomo e fauna». Ne è convinto il presidente dell'Ente parco nazionale del Circeo Antonio Ricciardi. «La mia posizione non può che essere quella che ha seguito il Parco sulla base di evidenze scientifiche e non sulla spinta di una cattiveria nei confronti dei daini che invece sono amati da tutti noi – spiega il generale Ricciardi - La situazione creatasi nel tempo nella foresta del Circeo con il sovrannumero di daini e i dannosi effetti collaterali su flora, fauna, sicurezza e altro, ha imposto una definitiva e chiara assunzione di responsabilità dell'Ente per affrontare la problematica dell'espansione della popolazione di daini all'interno della foresta demaniale. Il Parco quindi, seguendo le indicazioni di un autorevole istituto scientifico come l'ISPRA, ha fatto redigere un apposito Piano di gestione di controllo approvato il 23 gennaio del 2017. Il problema di fondo è quello dell'equilibrio della fauna selvatica con le attività di natura sociale ed ambientale. Questo tema è stato uno di quelli che sono stati trattati durante le mie audizioni prima della nomina a presidente dell'Ente Parco. Questa attività di contenimento è ricompresa anche nel piano del parco che è in via di approvazione – prosegue il presidente - Come già avvenuto in altri contesti del nostro Paese la popolazione di daino attualmente presente è destinata ad un aumento numerico e ad un'espansione dell'areale, con conseguenze distruttive ed irreparabili sia sul complesso di popolazioni vegetali che vivono e interagiscono fra loro in uno stesso ambiente, su parte di quella animale, sia sugli aspetti di carattere socio-economico e sulla sicurezza. Per questi motivi si è reso necessario programmare azioni di contenimento della popolazione intervenendo attraverso un prelievo pari ad almeno il 30%. Nel nostro Parco manca un antagonista naturale come il lupo ed il sovraffollamento non giova alla foresta demaniale che viene distrutta da un numero eccessivo di capi – continua il presidente - A questo si aggiungano i pericoli per la circolazione stradale. Nessuna quindi strage di daini o inutile spesa, ma l'adozione di criteri scientifici e gestionali già sperimentati in altre aree a livello internazionale. Si partirà dalla cattura e si vedrà poi cosa se ne può fare. Le strade sono quelle dell'affidamento alla macellazione e della possibile ricollocazione che però è molto difficile. Della questione se ne discuterà sicuramente nel prossimo direttivo – conclude -- I carabinieri forestali saranno i garanti dell'applicazione dei protocolli».


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Fonte: Il Messaggero

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