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Coronavirus, al Circeo la spiaggia green con le barriere di Posidonia per il distanziamento

Enea sviluppa il progetto ecosostenibile di pannelli in materiale naturale riempiti con la pianta marina che si deposita sul bagnasciuga in grandi quantità

(15 Maggio 2020)  

Dal mondo della ricerca una soluzione green per assicurare il corretto distanziamento sulle spiagge nella fase post-emergenza Covid-19. L'idea è di utilizzare la Posidonia oceanica, una pianta marina che si deposita in grandi quantità sugli arenili mediterranei, per realizzare barriere di sicurezza ecologiche. L'innovazione - sviluppata da Enea in collaborazione con l'azienda Ecofibra - consiste in pannelli divisori imbottiti con Posidonia, raccolta ed essiccata, per separare gli ombrelloni e creare dei percorsi di accesso all'acqua, in linea con l'attuale normativa sanitaria. Le prime due spiagge ecologiche saranno operative a partire da giugno 2020 nel Parco nazionale del Circeo e al Monumento naturale Palude di Torre Flavia. Su queste due spiagge, saranno organizzati anche laboratori a cielo aperto in cui sviluppare e promuovere nuovi approcci di gestione della cosiddetta «banquette» nell'ambito del progetto «Bargain» realizzato da IspraUniversità di Tor Vergata ed Enea, con il contributo della Regione Lazio.

«L'utilizzo durante la stagione estiva di questi dispositivi economici, facilmente riutilizzabili e che possono essere realizzati anche con materiali 100% naturali, consentirebbe di rendere fruibili in sicurezza superfici di costa altrimenti non balneabili e di ridurre la dispersione di aerosol a beneficio della ricettività turistica - spiega Sergio Cappucci del laboratorio Ingegneria sismica e prevenzione dei rischi naturali Enea - Cappucci, ha inventato e brevettato il sistema utile anche per stuoie, sdraio, cuscini e altri arredi, in un'ottica di economia circolareprotezione dell'ambiente tutela della biodiversità, offrendo nuove opportunità di sviluppo economico. Questi prototipi di separè ecologici, alti circa 120 centimetri e larghi 2 metri, sono dotati di telai in acciaio e fodera in plastica riciclata o in materiali naturali; a fine stagione l'imbottitura può essere semplicemente svuotata sulla spiaggia dove torneranno a svolgere l'originaria funzione di protezione dall'azione erosiva provocata dalle onde.

I dispositivi rappresentano inoltre una soluzione al problema della corretta gestione della Posidonia spiaggiata che occupa molta superficie, generando cattivi odori: se raccolti insieme ad altri rifiuti, infatti, i cumuli devono essere smaltiti, con costi ingenti per operatori e amministrazioni locali che devono provvedere alla loro rimozione. La Posidonia oceanica è un importante indicatore dello stato di salute del mare in grado anche di ridurre i fenomeni di erosione costiera, produrre ossigeno, contribuire alla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità. La loro rimozione, oltre a sottrarre quantità elevate di sabbia alle spiagge, privandole della naturale protezione dalle mareggiate, sottrae biomassa e nutrienti importanti per gli ecosistemi costieri, con conseguente impoverimento della biodiversità. Un recente studio ha calcolato che la rimozione meccanica di Posidonia spiaggiata in 19 arenili ha fatto perdere in 9 anni (dal 2010 al 2018) un volume di sabbia di oltre 39 mila metri cubi, equivalenti a circa 30 mila tonnellate di sabbia.

 

 


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Fonte: Corriere della Sera

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