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Parco Nazionale dei Monti Sibillini

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Approvato dal Parco il nuovo piano triennale di gestione del Cinghiale

Gli interventi di prelievo selettivo avverranno tramite abbattimento e catture. L'obiettivo è quello di portare la popolazione di questa sepcie nella soglia ritenuta sostenibile

(Visso, 23 Ott 12) Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha approvato il nuovo Piano triennale di gestione del Cinghiale e di monitoraggio del Capriolo. Il Piano, immediatamente esecutivo, si propone di dare risposte concrete alle complesse problematiche legate alla diffusa presenza del Cinghiale, soprattutto in relazione ai danni alle colture arrecati da questa specie. Il Cinghiale, reintrodotto in tutti gli Appennini a partire dagli anni Settanta per scopi venatori, è infatti nel tempo notevolmente cresciuto di numero andando a colonizzare nuovamente gran parte di quei territori, dalla Sicilia alle Alpi, da cui si era estinto in tempi storici recenti.

Il Parco, sin dalla sua istituzione, ha affrontato il problema adottando una articolata strategia comprendente il monitoraggio, la prevenzione e gli indennizzi dei danni nonché gli interventi di controllo numerico della specie mediante prelievo selettivo.

Il nuovo Piano triennale analizza l'andamento della popolazione di Cinghiale, indicandone la distribuzione - prevalentemente concentrata nella fascia collinare, dove quindi sono più diffuse le attività agricole - ed evidenziando un certo incremento numerico nel 2012.

Per i prossimi tre anni il Piano si prefigge di ridurre la popolazione di questa specie entro una soglia ritenuta sostenibile e tale, cioè, da prevenire gli "squilibri ecologici" causati soprattutto dai danni agli ecosistemi agricoli che, in alcuni settori del Parco, costituiscono anche habitat importanti per la biodiversità.

Gli interventi di prelievo selettivo avverranno tramite abbattimento da appostamento fisso e catture con trappole fisse e recinti mobili. Gli obiettivi del Piano, nonché i metodi di controllo, sono stati attentamente valutati e definiti nel pieno rispetto della legge quadro sulle aree protette (L. n. 394/1991) e delle "Linee guida per la gestione del Cinghiale nelle aree protette", redatte dal ministero dell'Ambiente e dall'I.S.P.R.A. nel 2010.

In tal senso, è stato anche tenuto conto del ruolo ecologico positivo del Cinghiale: non dimentichiamo, infatti, che questo ungulato è divenuto la principale preda naturale del Lupo, specie di interesse comunitario prioritaria. Le tecniche di prelievo selettivo, inoltre, escludono i metodi più invasivi, come la battuta e la braccata, e sono effettuati sotto la diretta iniziativa del Parco, che si avvale del Laboratorio di Ecologia Applicata di Perugia, del Coordinamento Territoriale per l'ambiente del Corpo Forestale dello Stato e degli operatori di selezione.

Attualmente sono 146 gli operatori di selezione formati dal Parco ma sono poco più di 100 quelli abilitati per il 2012. Anche per questo il Piano prevede un'integrazione al fine di favorire l'ingresso di soggetti giovani e maggiormente motivati nonché la formazione degli agricoltori, direttamente coinvolti nel prelievo tramite le catture.  

Il Piano dedica infine particolare attenzione anche ai sistemi di prevenzione dei danni, costituiti principalmente dalle recinzioni elettrificate ma anche dal foraggiamento dissuasivo e dall'incentivazione di colture a perdere.

Approvato dal Parco il nuovo piano triennale di gestione del Cinghiale
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