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Riserva naturale Madonna della Neve sul Monte Lera

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L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Superficie a terra: 48.64 ha
  • Regioni: Piemonte
  • Province: Torino
  • Comuni: Givoletto, Varisella
  • Provv.ti istitutivi: LR 38 09/12/1982
  • Elenco Ufficiale AP: EUAP0347

 

 

Riserva Naturale Integrale sul Monte Lera

La riserva è stata istituita nel 1982, al fine di proteggere e conservare una delle pochissime stazioni conosciute che ospitano l'Euphorbia gibelliana; specie erbacea endemica del Piemonte, con un areale estremamente ridotto. Il territorio si estende a cavallo dei monti che degradano a sud verso il comune di Givoletto e a nord nel vallone di Varisella. Il tratto di cresta ove sorge la Cappella della Madonna della Neve si trova ad una quota di circa 1250 m s.l.m.
La copertura vegetale dell'area è alquanto rada per cui la roccia in posto è ovunque sub affiorante. Il substrato litologico è costituito da Iherzoliti appartenenti al settore meridionale del Massiccio ultrabasico di Lanzo, mai interessato dall'erosione glaciale nel periodo del Quaternario.
L'Euphorbia gibelliana, descritta per la prima volta da Paolo Peola nel 1892 e dedicata a Giuseppe Gibelli, a quel tempo Direttore dell'Orto Botanico dell'Università di Torino, è una specie tipicamente montana, in quanto non la si trova mai a quote inferiore ai 1000 metri. Affine all'Euphorbia hyberna ad areale atlantico, viene considerata da alcuni autori come una sottospecie di quest'ultima. Si differenzia per una pubescenza maggiore e per ghiandole più ondulate presenti sull'infiorescenza.
Il Pignatti nella sua "Flora d'Italia" la riconduce all'Euphorbia hyberna subsp. Canuti, presente nella zona delle Alpi Marittime.
Fonti bibliografiche e ricerche recenti dimostrano che l'areale della specie si estende ben al di là dei confini della Riserva. Infatti alcuni popolamenti si trovano presso il Colle della Portia, nel territorio di Val della Torre e nelle Valli di Lanzo fra le Punte Calcante e le Lunelle, sopra Pessinetto.
L'Euphorbia gibelliana è una pianta erbacea, rizomatosa, con aspetto cespuglioso essendo formata da fusti alti 30-60 cm ammassati a gruppi di 20-40. L'infiorescenza è costituita da un'ombrella apicale a 5 raggi, portante un solo fiore circondato da 5 foglie allungate-ellittiche. Come tutte le euforbiacee è ricca di un lattice bianco che si rapprende rapidamente all'aria. Specie acidofila, inizia il suo sviluppo nel mese di aprile e fiorisce a maggio; la maturazione dei frutti avviene a luglio, mentre ad agosto la parte aerea dessecca completamente. L'impollinazione dela specie avviene ad opera di insetti pronubi, essenzialmente Ditteri e Imenotteri, mentre la disseminazione è probabilmente attuata da formiche attratte dall'appendice carnosa del seme.
Essendo eliofila, cresce su terreni rocciosi a scarsissima copertura arborea, mentre necessita di elevata piovosità ed umidità atmosferica per la fioritura.
La vegetazione della riserva è caratterizzata da cenosi boschive miste, di modesta altezza, ad impronta nettamente mesofila, con copertura rada ed aspetto degradante a causa di tagli, pascolo e incendi avvenuti nel passato. Le essenze maggiormente presenti sono roverella, betulla e tiglio.
Nello strato erbaceo sono presenti specie di particolare importanza botanica come Euphorbia villosa presente in Piemonte in poche zone, Cardamine plumieri sporadica nei settori alpini, Malopospermum peloponnesiacum anch'essa ad areale ristrettissimo nella nostra regione, Adenophora lilifolia presente qui nell'unica stazione piemontese conosciuta e Iris aphylla che in Italia troviamo solo in limitati ambienti dell'arco alpino nord-occidentale.

Nell'area in questione, essendo riserva a protezione assoluta, è vietato l'accesso. E' consentito accedere alla zona, limitatamente al sentiero, esclusivamente il giorno 5 agosto, in occasione della festa della Madonna della Neve. Negli altri periodi dell'anno, sono concesse deroghe al fine di soddisfare documentate esigenze a scopo di ricerca scientifica per le quali è necessaria l'autorizzazione dell'Ente di gestione.

Euhorbia
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