Lettere alla redazione

Ci scrivono

In questa pagina trovate le e-mail dei nostri lettori. Tutte, tranne quelle di elogio (ringraziamento generale, comunque, a tutti coloro che ne hanno inviate o ne invieranno) o di insulto (per fortuna non ne sono ancora arrivate). Qua e là troverete anche qualche risposta della redazione.

28 settembre (riferimento articolo)

Oltre che commentare questa vicenda dal mio punto di vista di Sardo, dal mio punto di vista di Italiano, penso di commentare ciò dettato soprattutto dal buon senso: Io penso che il Dottor Tinebra, oltre che avere del tenebro in questa sua proposta, sia un pò pazzo...sarà pure Presidente del DAP ma probabilmente ignora il fatto che i Sardi sono stufi di vivere in un ambiente ottenebrato dalla milizia e dalle basi Militari. Dopo il temporale che per anni ha offuscato le menti, i Sardi ora vogliono vedere l'arcobaleno per ritrovare la voglia di giocare con la fantasia ed ingranare con lo sviluppo sostenibile. A chi non mi ha capito del tutto suggerisco l'ascolto di Aria di Daniele Silvestri.
Antonio Saba


6 settembre (riferimento articolo)

Gent.ma redazione,
siamo d’accordo su alcune questioni che ponete, ma non possiamo condividere il giudizio sulla nostra presunta residua difficoltà a guardare il ruolo degli enti locali e specialmente delle province.
Il federalismo ed il principio di sussidiarietà non può portare a partorire “mostri” istituzionali che deresponsabilizzano chi ha precise responsabilità (in questo caso la regione) e decentra (cioè accentra nelle Province) poteri di gestione che dovrebbero essere degli enti di gestione (all’interno dei quali si trovano gli stessi enti locali: Province, comuni e comunità montane). Non si può omogeneizzare la pianificazione delle arre protette al resto con la semplice, quanto sommaria, azione di subordinare le aree protette alla pianificazione urbanistica. la cosa è più complessa e merita più attenzioni. Non si può affidare a chi non ha competenze e strumenti idonei per farla. Questi non sono timori, ma constatazioni.
Comunque è certamente più compiuto il ragionamento nel documento (formato PDF - 62Kb).
Cordiali saluti.

De Renzi G. - legambiente Emilia – Romagna
Risponde Renzo Moschini

De Renzi non condivide il mio giudizio riguardo il ruolo delle province previsto dalla proposta di legge emiliana sulle aree protette. Egli teme addirittura che ne derivino ‘mostri’. Posso capire il timore che le deleghe riducano l’impegno e la responsabilità ‘diretta’ della regione non certo questa paura di parti mostruosi. Specie se alle province emiliane si nega addirittura competenze in materia e mancanza di strutture e quindi di capacità operativa. Un argomento- sia detto senza polemica- usato in genere dalle regioni che non hanno molta voglia di decentrare come invece dovrebbero. Che riferito poi alle province emiliane mi pare stoni e strida anche di più considerato quello che nel complesso hanno saputo fare anche per conto dell’UPI e non solo con Forte Clò.
Decentrare non significa sbolognare ad altri la responsabilità di governo ma più semplicemente coinvolgere a maggior titolo tutti i livelli istituzionali.
E le aree protette non possono che avvantaggiarsene.

R. M.



28 agosto (riferimento articolo)
Da funzionario del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi non posso che condividere in pieno l’articolo di Moschini.
In questo momento proporre nuovi Parchi Nazionali vuol dire non conoscere la realtà dei fatti o far finta di non vederla.
Se invece l’obiettivo è quello di creare un sistema delle aree protette fatto solo di poltrone e di cartelli “benvenuti nel Parco Nazionale.....” senza contenuti, senza assunzioni e senza finanziamenti allora va bene così, avanti con i DPR di istituzione e le relative spartizioni.
E poi si finisca con la favola che i Parchi Nazionali sono Enti statali avulsi dal contesto locale. Chi conosce gli Enti Parco sa benissimo che le Comunità locali hanno, attraverso il Presidente (sempre di estrazione locale) i loro rappresentanti in Consiglio Direttivo (sempre i più attivi e presenti) e con la Comunità del Parco, pieno controllo del Parco stesso. Che questa cosa piaccia o no bisogna ammettere che è così.
Auspico che presto si apra un dibattito dal basso, a partire da chi nei Parchi ci lavora, sul destino a cui andiamo incontro.
Saluti a tutti

Andrea Gennai


28 gennaio (riferimento articolo)

Egregio Prof. Perna
mi permetta di dissentire. L'EcoAspromonte non può essere considerata una moneta, ma semplicemente un coupon, perchè manca di "emissione". Mi spiego meglio. Se ho ben capito, entrando nel parco posso cambiare poniamo 10 Euro con 10 EcoAspromonte. I miei 10 Euro vengono depositati in una cassa, immagino gestita dal parco, pronte per essermi restituite in cambio degli EcoAspromonte che all'uscita dal parco volessi ricambiare. Successivamente, penso, anche i commercianti e fornitori di vari servizi all'interno del parco, si recheranno presso la cassa per convertire gli EcoAspromonte in Euro. Così facendo non si ha emisssione si ha semplicemente una momentanea sostituzione dei biglietti euro con i biglietti (senz'altro più belli) EcoAspromonte. Alcuni turisti, probabilmente, terranno come souvenir alcuni biglietti e quindi il parco avrebbe un certo utile, ma ancora non possiamo parlare di moneta.
Nel suo articolo lei acccenna alle Local Money che sono un'altra cosa.
La più famosa ed anche la più radicata nel territorio sono le Hours emesse nella cittadina di Ithaca nei pressi di New York. Qui potrà trovare tutte le informazioni relative:
www.lightlink.com/hours/ithacahours/home.html
In Italia abbiamo avuto una piccola esperienza di moneta locale con i Simec, nella cittadina di Guardiagrele (CH). Esperimento proposto dalla Università di Teramo su guida dei professori di Diritto Giacinto Auriti e del professore di sociologia Ezio Sciarra. Esperienza terminata non per mancanza di validità ma dalla ignoranza di alcuni
magistrati che non comprendendo la effetiva realta delle cose, chiesero ed ottennero il sequestro dei Simec in circolazione. Dopo alcuni mesi altri magistrati, tre per l'esattezza, con un meraviglioso e ben argomentato dispotivo, disposero la restituzione dei Simec sequestrati. Se dovesse interessarla io ho questo testo in formato word.
Tutto ciò per dirle che una eventuale emissione di moneta è perfettamente legale. Non esiste una legge che possa vietare lo scambio di beni o servizi tra cittadini che liberamente e convenzionalmente stabiliscono di farlo utilizzando una moneta diversa. Sul piano internazionale poi abbiamo il conforto da parte del Prof. Lewis D. Solomon della George Washington University che nel suo libro Rethinking our centralized
monetary system: the case for a system of local currency così scrive:
"...Con l’avvicinarsi del ventunesimo secolo dobbiamo ripensare non solo la nostra economia politica attuale ma anche il nostro sistema monetario centralizzato. Le monete locali possono diventare una necessità, forse più presto di quanto pensiamo...."
Comunque, plaudo alla vostra iniziativa perchè pone un argomento che è tanto importante quanto misconosciuto ai più.
Nell'attesa di poterla rileggerla voglia gradire i miei più cordiali saluti.
Con stima

Luciano Marrocco



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