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Parchi e Riserve del Canavese

 

Le Aree Protette

Carte d'identità

  • Regioni: Piemonte
  • Province: Torino

 

 

Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Belmonte

La collina di Belmonte è costituita da un singolare affioramento granitico nel territorio canavesano dalla cui sommità si domina la pianura, dalla serra d'Ivrea, alle colline di Torino. Affioramenti di granito rosa si alternano a calanchi sabbiosi (detti sabbionere) e boschi costituiti, sul versante settentrionale, essenzialmente da cedui di castagno, mentre il versante meridionale è dominato da querce, castagni e betulle. L'area, che comprende il Santuario, del quale si hanno notizie certe fin dal 1197, ha anche un notevole interesse archeologico. Sono infatti affiorati reperti da un sito preistorico attribuito all'età del bronzo ed altri da un insediamento barbarico di epoca longobarda. Nel sito si trovano anche significative testimonianze romane ed altomedievali.

La Flora
La vegetazione presente sulla sommità del monte è fortemente influenzata dall'introduzione di specie ornamentali. Sono inoltre presenti specie tipiche delle zone umide di una certa rarità che arricchiscono l'area sul piano ambientale quali:

  • Felce Reale o Maggiore: Botanicamente Osmunda regalis L., la più grande felce rintracciabile in Piemonte, estremamente sensibile, la si trova in luoghi molto umidi e nascosti, ma ben illuminati, lontano dai calpestii di uomini ed animali. Produce un ricco cespo di foglie e caratteristici pennacchi, simili a quelli del mais, dai quali fuoriescono le spore.

  • Drosera: Piccola pianta carnivora, alta pochi centimetri, allarga le foglie irte di tentacoli sensoriali a caccia delle minuscole prede. Appartengono al genere la Drosera rotundifolia L. e la più rara Drosera intermedia Hayne.
Santuario
Santuario
S.Francesco
S.Francesco
Tredicesima Stazione
Tredicesima Stazione
 

Riserva Naturale Orientata della Vauda

L'area è caratterizzata da un'ampia zona pianeggiante punteggiata di stagni e laghetti, con numerose bassure e ristagni di rii di drenaggio, che ricordano il tipico ambiente baraggivo caratteristico anche della baraggia vercellese.
Notevole interesse naturalistico rivestono le zone umide e la brughiera (relitti di brughiera pedemontana) caratterizzate da spazi aperti dove dominano le graminacee e la calluna. Lungo i corsi d'acqua son presenti querco-carpineti.

Flora e fauna
L'area della Riserva è contraddistinta da ampi spazi aperti dominati dalla calluna (Calluna vulgaris), un'Ericacea e da altre erbe come la Graminacea Molinia (Molinia coerulea), inframmezzate da macchie di alberi pionieri, in particolare la Betulla (Betulla pendula) ed il Pioppo Tremulo (Populis tremula). Numerose piante erbacee testimoniano la particolare povertà dei suoli come la Festuca tenuifolia. Molto comune è la bella Genziana pneumonanthe, che fiorisce a tarda estate.
La fauna della R.N.O. della Vauda è caratterizzata dalla presenza di molte specie comuni ormai rare nelle aree di pianura. Uno degli aspetti naturalisticamente più interessante della Riserva è la presenza di una numerosa e diversificata avifauna. Sono state censite circa duecento specie di alati nidificanti e svernanti: un numero eccezionale, forse unico per la pianura. Qui possiamo trovare allodole, quaglie gruccioni, averle piccole, strillozzi e ortolani nonché alcune specie di rapaci come poiane, falchi, nibbi bruni, gufi e civette. I risultati di uno studio scientifico hanno rivelato la presenza di oltre 60 specie appartenenti a 7 famiglie differenti di Lepidotteri ropaloceri tra cui la Maculinea alcon e la Licaena dispar che sono a serio rischio di estinzione.

Autunno
Autunno
Gruccioni
Gruccioni
Brugo fiorito
Brugo fiorito
 

Riserva Naturale Speciale dei Monti Pelati e Torre Cives

La Riserva Naturale Speciale dei Monti Pelati e di Torre Cives è una ristretta fascia di circa 3 chilometri quadrati situata nei Comuni di Baldissero Canavese, Vidracco e Castellamonte.
I Monti Pelati sono modesti rilievi insolitamente brulli e quasi spogli di vegetazione, incastonati all'estremità occidentale delle verdi colline dell'anfiteatro morenico di Ivrea. La loro particolarità principale,da cui discendono in gran parte le altre, è la natura del sottosuolo. Sono costituiti in gran parte da peridotite, una roccia compatta dal colore verde scuro sulla frattura fresca e sovente ricoperta da una patina superficiale rossastra di ossidi di ferro. Le peridotiti sono rocce magmatiche intrusive, formatesi per solidificazione. Questo tipo di roccia, molto dura ed a carattere nettamente basico, da' luogo a terreni di per se poco favorevoli alla copertura vegetale. Inoltre, questo sito, ha subito un notevole processo di trasformazione ad opera di soluzioni acquose.
Una parte dei minerali originari (essenzialmente olivina, un silicato di magnesio) si sono trasformati in magnesite (carbonato di magnesio, dall'aspetto di calce rappresa) e opale (biossido di silicio idrato, un minerale simile al vetro lattiginoso) che, sotto forma di innumerevoli vene e filoncelli, intersecano in tutte le direzioni le rocce. Questo processo di alterazione, unita ad una piovosità media piuttosto elevata, ha reso il suolo dei Monti Pelati facile preda dell'erosione, che ne contraddistingue l aspetto e dà origine al nome.
La vegetazione dei Monti Pelati è caratterizzata da specie quali betulla, roverella, salicone, pino silvestre.

Fauna dei Monti Pelati
L'incontro di elementi apparentemente contrastanti permette la convivenza di specie animali che normalmente occupano habitat differenti.
Ad una quota di circa 500 metri slm (l'altitudine maggiore dei Monti Pelati è di 581 metri) troviamo la Bigiarella, un silvide migratore, che sulle Alpi nidifica solo oltre i 1000 metri di quota e la Cincia dal ciuffo di solito legata agli estesi boschi montani di conifere. A breve distanza, in questo ambiente dove si alternano piccole conifere, erbe alte e terreno nudo, troviamo due specie uniche in Canavese: il Calandro, un uccello simile alle più comuni ballerine, di cui si è accertata recentemente la nidificazione, e l'Occhiocotto. Entrambe le specie sono tipiche del clima mediterraneo e pertanto sono presenti comunemente nel centro sud dell'Italia o sulle fasce costiere.
Accanto a questa particolarità non dobbiamo dimenticare la notevole quantità di specie più comuni ma non per questo meno interessanti: la Tottavilla, molto simile all''allodola, numerosi fringillidi come il Fanello, il Lucherino, il Verdone, il Cardellino e gli zigoli tipici delle aree aperte tra cui spiccano lo Zigolo giallo e lo Zigolo nero il cui caratteristico canto si sente quasi in ogni periodo dell'anno.
Durante la migrazione incontreremo anche il Codirossone e il Culbianco che sostano prima di proseguire il loro viaggio diretto alle montagne circostanti.
L'apertura della discarica di Vespia, ha attirato due nuove specie opportuniste e gregarie: il Corvo imperiale ormai presente tutto l'anno e il Nibbio bruno, un rapace migratore.
Tra gli insetti rari si segnalano il Phytoecia vulneris (un coleottero Cerambicide), la  Pedasia luteella (un Lepidottero) ed il Leptothorax flavicornis (un Formicide).

Paesaggio
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