L'Area Protetta
Carta d'identità
- Superficie a terra (ha): 973,00
- Quota minima (m): 1.796
- Quota massima (m): 2.855
- Regioni: Piemonte
- Province: Torino
- Comuni: Perrero
- Provv.ti istitutivi: LR 19 29/06/2009
- Elenco Ufficiale AP: EUAP0884


Il Parco Naturale di interesse provinciale di Conca Cialancia
L'area si estende sul territorio
comunale di Perrero tra i 1796 e i 2856 metri s.l.m.; è raggiungibile
attraverso una strada carrozzabile militare che parte dalla Strada
Provinciale della Val Germanasca e si dirige verso il Lago Lauson e poi
alla Conca Cialancia vera e propria: date le condizioni del fondo
stradale si consiglia l'utilizzo di un mezzo fuoristrada.
Il nome
del parco deriva dal dialetto locale "cialancio" che significa slavina
e visitando il luogo non sfugge il motivo della denominazione: tutta la
valle è solcata da numerosissimi canaloni che scaricano materiale in
ogni stagione, modificando costantemente l'assetto del territorio. La
zona ospita alcuni alpeggi che sono ancora utilizzati in estate per il
pascolo delle mandrie. La vegetazione tipicamente alpina presenta
ontani montani, sorbi degli uccellatori e numerose specie erbacee quali
la viola biflora, il veratro bianco, l'acetosella e l'alchemilla
volgare. Alle quote superiori si sviluppa il saliceto subalpino
acidofilo accompagnato da bellissime specie pioniere quali le
sassifraghe, la genziana bavarica, l'androsace alpina e il ranuncolo
dei ghiacciai. Invece, per quanto concerne la fauna sono presenti i
tipici ungulati delle Alpi (camoscio, stambecco, cervo e capriolo), la
lepre variabile, la marmotta, la volpe, l'ermellino, la pernice bianca,
il gallo forcello, la coturnice, il fringuello alpino e molti altri.
Tra gli anfibi è importante ricordare la presenza della salamandra di
Lanza, endemica delle Alpi Cozie, che si è adattata alla vita in quota
partorendo, a differenza degli altri anfibi, piccoli già completamente
sviluppati.


La Geologia
La zona di Conca Cialancia, come tutta la Val Germanasca, è ubicata in
posizione centrale nell'arco alpino occidentale e fa parte del Dominio
Pennidico che è suddiviso nelle seguenti sottounità:
- massicci cristallini interni del Dora-Maira, del Gran Paradiso e del Monte Rosa, composti da rocce di basamento continentale
- Zona Piemontese, Brianzonese e Subbrianzonese, che rappresentano le unità di copertura.
La
Val Germanasca comprende porzioni del Massiccio del Dora-Maira e della
Zona Piemontese (o Complesso dei Calcescisti con pietre verdi).
Il
massiccio Dora-Maira si estende dalla Val Susa a Nord fino alla Val
Maira a Sud, ha forma ellittica bordata ad Est dai depositi quaternari
della pianura pinerolese e cuneese e ad Ovest e Nord dal Complesso dei
Calcescisti con pietre verdi. Viene suddiviso in due unità strutturali:
una inferiore formata da metasedimenti di età permo-carbonifera,
probabili coperture di uno zoccolo antico di cui si trovano i resti
nell'unità superiore, formata da scisti polimetamorfici con lenti di
marmi e metabasiti. In entrambe le unità si trovano inoltre rocce
gneissiche e di tipo metagranitoide con chimismo variabile da granitico
a tonalitico e dioritico. Sono poi presenti discontinui e ridotti lembi
di una copertura mesozoica.
La Zona Piemontese è un'unità geologica molto complessa ed estesa a
tutto l'arco alpino occidentale. Denominata anche Complesso dei
Calcescisti con Pietre Verdi è formata da metasedimenti derivati da
rocce carbonatiche impure, areniti, peliti e radiolariti di età
mesozoica con associazioni di metabasiti e metaultrabasiti di crosta
oceanica o di mantello sott'oceanico. Per quanto riguarda, invece, le
formazioni superficiali (quaternarie) prevalgono i depositi detritici
pluvio-colluviali; si individuano però interessanti esempi di depositi
glaciali con talvolta preservate le morfologie associate, quali cordoni
morenici o archi da trasporto (nivomorene) nei depositi detritici di
alta quota.
La Fauna
La fauna che si può incontrare nell'area protetta di Conca Cialancia è
tipicamente di ambiente alpino. Tra gli animali più significativi
potrete osservare:
- Aquila reale (Aquila chrysaetos):
appartenente alla famiglia degli Accipitridi; è di color bruno castano,
con penne e piume copritrici più pallide; le parti inferiori sono di
color castano scuro, la testa invece è di color castano dorato. In volo
ha remiganti sollevate e spinte leggermente in avanti. Di solito vive
in zone aperte, anche in condizioni di rilievo accidentato e aspro.
Stanziale. Posiziona i propri nidi su rocce e alberi. Depone tra
febbraio e aprile. Covate di due uova. L'incubazione dura circa 43-45
giorni ed è generalmente svolta dalla femmina. I piccoli iniziano a
volare dopo 65-70 giorni e diventano indipendenti dopo 160-170 giorni.
Le femmine sono sessualmente mature a circa 3 - 6 anni. L'aquila ha a
disposizione due modi per cacciare: all'agguato e in volo. Di solito
preda in coppia: un'aquila vola bassa per intimorire la preda e l'altra
dall'alto cerca di catturarla. Si alimenta principalmente di mammiferi
ed uccelli.
- Camoscio (Rupicapra rupicapra): mammifero artiodattilo
appartenente alla famiglia dei Bovidi. Il camoscio è dotato di un pelo
duro e ruvido, bruno dorato in estate, che cambia in inverno divenendo
morbido e quasi completamente nero. Ha corna lunghe sino a 20 cm color
ebano con caratteristica forma ad uncino. Il muso è bianco con due
fasce orizzontali nere che circondano gli occhi. Predilige i pendii
montani, si nutre essenzialmente di erba in estate, di licheni e muschi
d'inverno, e di germogli di alberi. Vive in branchi composti dalle
femmine con i giovani e i piccoli dell'anno, mentre i maschi adulti in
estate conducono vita solitaria per poi riunirsi al branco nel periodo
autunnale quando inizia il periodo degli amori. In questa fase avviene
la lotta tra i maschi adulti che si contendono il diritto di
accoppiarsi con le femmine adulte del branco. A fine inverno, i maschi
adulti si allontaneranno, tornando così a vita solitaria.
- Lepre variabile (Lepus timidus): fa parte dell'ordine dei
Lagomorfi; cambia colore a seconda della stagione, da bianco candido
durante l'inverno a bruno rossiccio in estate. Ha una pelliccia
estremamente fitta e le zampe avvolte da un folto e lungo pelo che
permette all'animale di non disperdere il calore a contatto con il
terreno gelido, e di camminare comodamente sulla neve come indossasse
delle racchette da neve naturali. Le femmine, dopo una gestazione di
circa 50 giorni, partoriscono da 1 a 6 piccoli, più comunemente 4, di
solito due volte l'anno. La dieta delle lepri è essenzialmente
vegetariana: in inverno le sostanze nutritive conservate nei tessuti
vegetali non marciscono nè deperiscono, bensì si mantengono congelate
per tutta la stagione, consentendo alla lepre di sopravvivere. Le lepri
sono comunque in grado di trarre nutrimento sufficiente anche dalle
cortecce delle betulle e dei salici nani, nonché dagli aghi delle
conifere.
- Marmotta (Marmota marmota): vive ad altitudini superiori
ai 1.500 metri, al limite superiore della foresta, dove gli alberi si
diradano e diminuiscono di grandezza. Ha il corpo tozzo, zampe possenti
e lunghi artigli, muso largo e corto. La posizione degli occhi le
consente di avere un largo campo visivo, mentre le sue orecchie sono
quasi completamente nascoste nella pelliccia. Le numerose vibrisse sono
necessarie per la sua vita sotterranea. I suoi più temibili redatori
sono l'aquila reale e la volpe. Le marmotte scavano lunghe e ramificate
gallerie, nelle quali possono ibernare fino a sei mesi. Si accoppiano
nel mese di aprile e maggio e la gestazione dura 5 settimane. La
cucciolata generalmente si compone di 2-7 piccoli e l'allattamento si
prolunga per un mese. Si nutre d'erba, di granaglie e di foglie. A fine
settembre, si rintana e affronta il lungo periodo invernale. Il ritmo
cardiaco rallenta notevolmente ed il sonno è interrotto una dozzina di
volte da brevi fasi di risveglio.
- Pernice bianca (Lagopus mutus): è un piccolo uccello
dell'ordine dei Galliformi. Ha becco corto e robusto di colore bruno
d'estate e nero d'inverno, con base ricoperta di penne, ali corte e
rotonde, coda tondeggiante, tarsi e dita piumati. E' caratteristico il
dimorfismo di stagione. La livrea del maschio in inverno è interamente
bianca con coda e stria, dalla base del becco all'occhio, nere; in
estate le parti superiori, il petto e i fianchi sono grigio bruni o
fulvo-rossicci, redini e coda nere, altre parti del corpo più o meno
bianche; in autunno le parti superiori sono grigio pallide con fini
barrature nere, petto e fianchi grigio-fulvi, coda nera e restanti
parti inferiori bianche. La livrea della femmina è simile a quella del
maschio, ma in inverno la coda è rossastra, in estate è più rossa con
barrature nere, in autunno è più brunastra. Entrambi i sessi hanno una
caruncola (spessi rigonfiamenti) di colore rosso sopra l'occhio, che è
più evidente nel maschio. Il canto del maschio è un gracidare alto.
Sono uccelli prevalentemente vegetariani, ma i piccoli in crescita
assumono anche insetti.
- Salamandra nera (Salamandra lanzai): endemica delle Alpi
Cozie, si trova in particolare sul massiccio del Monviso, in val
Germanasca, valle Po, val Pellice e nella valle del Guil, ad
un'altitudine compresa tra i 1200 e i 2600 metri, in boschi misti di
latifoglie o conifere e praterie. E' stata confusa in passato con la
Salamandra atra diffusa nelle Alpi Orientali, ma si distingue da essa
per caratteri morfologici e genetici. Le dimensioni variano da 12 a 20
cm. La riproduzione di questa specie è svincolata dall'acqua in quanto
la femmina partorisce piccoli già metamorfosati e quindi in grado di
condurre vita autonoma da subito. Il numero di nati per parto va da 1 a
6 e la gestazione dura probabilmente due o tre anni. Può raggiungere
anche 10 anni di vita.
Flora e aspetti vegetazionali
La zona di Conca Cialancia, dal punto di vista vegetazionale, ha i
caratteri tipici dell'ambiente alpino ubicato sopra i limiti dei
popolamenti arborei e ricade nel climax degli arbusti prostrati e delle
steppe montane. Presenta diversi tipi di coperture vegetali: arbustive,
erbacee e più raramente arboree.
In zone subpianeggianti ad umidità elevata si ritrovano popolamenti arbustivi a prevalenza di ontano montano (Alnus viridis);
si tratta di cenosi dense, monoplane, legate all'umidità del suolo ed
alla prolungata permanenza della neve, oltre che agli effetti meccanici
delle slavine. Nelle aree in cui l'ontano ha ricolonizzato vecchie aree
pascolive, lo si trova associato ad altre latifoglie pioniere, come il
sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia), che preparano il
terreno al futuro ingresso delle conifere. Si può in generale affermare
che i popolamenti allo stato puro di ontano difendono le pendici più
elevate dall'erosione e hanno un ruolo importante per la protezione
della fauna selvatica (gallo forcello, ungulati) nei punti in cui si
alternano ad aree prato-pascolive in cui spiccano specie erbacee quali
la viola biflora, il veratro bianco e l'alchemilla volgare.
Nelle
parti più elevate del parco, caratterizzate da diffusa pietrosità ed
umidità, con innevamento abbondante e prolungato, si ritrova il
saliceto subalpino acidofilo a prevalenza di Salix elvetica e Salix glaucoserica, accompagnato da specie pioniere quali le sassifraghe, la genziana bavarica, l'androsace alpina e il ranuncolo dei ghiacciai.
Infine, alle quote inferiori, vi sono insediamenti a lariceto (Larix decidua)
su rododendri-mirtilli e su pascolo in prossimità dell'Alpe Lauson e
dell'Alpe Cialancia. Dove la copertura di rododendro sotto il larice è
ridotta le condizioni della cotica erbosa sono buone: in particolare
attorno alle malghe la composizione floristica presenta graminacee
pregiate e leguminose di elevato valore pastorale. I lariceti
contraddistinguono anche le aree con rocciosità affiorante lungo le
creste o sulle pendenze elevate dando un'impronta caratteristica dal
punto di vista naturale ed estetico-paesaggistica. Estese superfici, in
particolare quelle sopra l'Alpe Lauson e quelle ubicate nella conca
attraversata dal rio Cialancia, sono occupate da una copertura continua
di rododendro, talvolta associato a brughiera di mirtillo, finto
mirtillo e azalea nana che nel periodo tardo estivo-autunnale
conferiscono a queste aree un caratteristico colore rosso-porpora.