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Sulla presenza e la diffusione del "tribolo" a San Rossore

(Pisa, 05 Nov 14) La Presidenza dell'Ente Parco interviene sull'ennesimo allarme lanciato a mezzo stampa nelle scorse settimane da coloro che si autoproclamano membri del "Comitato in difesa di San Rossore" (aggiungeremmo, a questo punto "… dal tribolo").

Si tratta infatti di un allarme infondato e davvero pretestuoso, così come chiunque da anni viva a San Rossore, e gli stessi gestori del Centro visite San Rossore – che nel 1998, quando hanno iniziato la loro attività in tenuta, hanno dovuto trovare altri sistemi per garantire il servizio di noleggio delle biciclette, visto che avevano constatato che quando i frutti spinosi della pianta s'inserivano nel fascione, finivano per rovinare tutto lo pneumatico e non solo la camera d'aria – possono testimoniare: in tenuta il Cenchrus tribuloides (o Cenchrus incertus, Cenchrus spinifex, Cenchrus pauciflorus, altri nomi scientifici utilizzati come sinonimi) ha persino sempre avuto un nome tutto suo ("cecio") ed ovviamente la sua diffusione non ha niente a che vedere con la Route nazionale AGESCI, del cui svolgimento sostenibile tutti dovrebbero ormai farsi una ragione.

Il "tribolo" – o meglio, la "nappola delle spiagge" – è infatti una pianta presente da oltre settant'anni in Italia e diffusa in varie parti della Toscana, tanto che già negli anni Quaranta del ventesimo secolo era stata osservata sulla costa toscana: negli anni Sessanta, quasi vent'anni prima dell'istituzione dell'area protetta, era persino già presente nell'attuale territorio del Parco naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, nella riserva naturale della Lecciona[1].
Sebbene non esista una vera causa della sua presenza nella Tenuta di San Rossore, qualche richiamo storico può essere d'ausilio a formulare un'ipotesi plausibile: la pianta ha infatti iniziato a diffondersi in Toscana nel dopoguerra e, col passare degli anni, è divenuta invasiva sulla costa del Tirreno. In vari punti della Toscana e proprio a San Rossore, nella zona dei "cotoni", si sono accampate le truppe americane settant'anni fa: in quell'occasione (ci sono foto storiche che lo dimostrano), i Cotoni furono spianati e il "tribolo" ebbe probabilmente occasione di attecchire rapidamente.
In ogni caso, è assolutamente inverosimile che nel 1999 il "tribolo" non fosse già presente nella Tenuta di San Rossore, o che negli anni 2000 fosse presente solo in numero di pochi individui.

La Presidenza dell'Ente Parco invita vivamente coloro che si stanno affannando a diffondere allarmismi e preoccupazioni ingiustificate come questa a recedere da tali comportamenti, in primo luogo a tutela della loro stessa reputazione, e in secondo luogo a salvaguardia dell'immagine e della dignità del Parco e della Tenuta di San Rossore, che si meritano ben altra stima, considerazione e pubblicità, e non certo risibili polemiche sul "tribolo".



[1] Come testimonia, ad esempio, il "Prodromo della flora vascolare della Provincia di Lucca", B. Pierini, L. Peruzzi (2014).

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