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Parco Nazionale dell'Appennino Lucano
Val d'Agri - Lagonegrese

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L'intervento del presidente del Parco Domenico Totaro al convegno su "Natura e Cultura: la Carta di Roma". Matera 17 aprile 2015

(Matera, 18 Apr 15) Consentitemi in apertura dei lavori di questo importante convegno, di contestualizzare il tema centrale che oggi andiamo a dibattere, cioè il rapporto nuovo e proficuo che si intende creare, e al quale già si sta lavorando, tra il Capitale Natura e il Capitale Cultura.
Non è un caso, infatti, che questo appuntamento nazionale si svolga proprio in Basilicata, nella città dei Sassi. La città di Matera, che oggi ci ospita, è l'impronta paradigmatica di una regione che, rian-nodandosi al corso della sua millenaria storia, è chiamata a costruire per sé e per il resto del Paese un nuovo futuro e una nuova prospettiva.
È paradigmatica, per comprendere questa prospettiva, la stratificazione storica di questi luoghi, che insistono nel Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri.
In questa denominazione, che è anche la più completa ed esaustiva definizione di questi luoghi, possiamo trovare ciò che ci ha portati qui quest'oggi, e cioè il tentativo, a cui siamo chiamati e direi quasi obbligati per vocazione, di scoprire per conoscere, conoscere per conservare, e conservare per crescere.
Questo Parco regionale conserva nelle proprie viscere, e nelle viscere della propria storia, la civiltà rupestre, che non è solo quella dei preziosi dipinti che si nascondono nei suoi monumenti ipogei, ma anche quella dell'antica cultura che le ha prodotte.
Sulle fondamenta di quella storia si è a poco a poco conglomerata, stratificata, edificata una cultura che, seppur passando attraverso innegabili contraddizioni storiche, oggi ha portato al risultato straordinario di Matera Capitale della Cultura 2019.
Proprio qui a Matera a settembre del 2013 sei Parchi Nazionali del Mezzogiorno d'italia, quali il Pollino, il Gargano, l'Alta Murgia, l'Aspromonte, la Sila, l'Appennino Lucano e i due parchi regionali lucani, Parco Storico chiese Rupestri e Gallipoli Cognato, a conclusione di una interessante esperienza dei quattro Parchi Lucani "NaturArte" hanno discusso sul tema "Il patrimonio naturale e culturale, i servizi ecosistemici e il valore economico dei parchi".
Da questa riflessione comune è scaturita la "Carta di Matera" con la quale si è rimarcata la consapevolezza che la natura e i servizi ecosistemici costituiscono valori inestimabili ed irrinunciabili per la vita umana.
In tale contesto i parchi, enti pubblici "dedicati" alla salvaguardia dei territori "sottoposti ad uno speciale regime di tutela e di gestione", svolgono una preziosa funzione di attenzione pubblica alla qualità dell'aria, dell'acqua, del suolo, della biodiversità, del cibo.
A Matera decidemmo, e oggi a Matera rilanciamo, l'impegno strategico di mettere insieme le diverse esperienze maturate nella gestione dei territori protetti e le buone pratiche che vi abbiamo realizzato. I parchi del Mezzogiorno hanno fatto propria ed accettano la sfida di lavorare affinché il binomio indissolubile tra Natura e Cultura sia un asse strategico dello sviluppo equilibrato di questi nostri splendidi territori.
Quanto detto fin qui è un omaggio doveroso al traguardo raggiunto da questa città, ma è anche un riconoscimento e un impegno per una regione, come la Basilicata, che proprio in questo traguardo trova lo slancio per riprendersi il proprio destino e ripartire, e la presenza oggi qui di Federparchi nazionale ne è un riconoscimento e un incoraggiamento a proseguire su questa strada.
Desidero ringraziarvi per avere accolto l'invito a tenere questo consesso in Basilicata, e per aver scelto Matera.
Tutti coloro che hanno a cuore la conservazione della natura, del territorio, del patrimonio (heritage come dicono gli anglosassoni) fanno cultura, la cultura dell'Uomo, delle sue radici, del suo rap-porto equilibrato con l'ambiente che ci circonda, che ci dà vita, cui troppo spesso prestiamo poca attenzione, pagandone purtroppo le conseguenze.
La storia stessa della conservazione della natura e dei parchi è la storia di un percorso culturale di riavvicinamento alle nostre radici naturali.
Tutti, troppo spesso, badano solo ai beni materiali, a quanto si "possiede" e non a come si vive.
Nel rapporto equilibrato con l'ambiente che ci dà vita sono nate le nostre culture. Quelle che oggi difendiamo con forza da un malinteso progetto di "globalizzazione semplificante" che tutto mescola per collegare ogni luogo in un unico gigantesco mercato globale, senza specificità e cultura.
Ma in questa Terra di Lucania, la terra del Maggio di Accettura e dell'Uomo Albero, noi non possiamo dimenticare le nostre, profonde, radici rurali e, io dico, cristiane.
Nel rispetto dei migranti e delle loro culture, consapevoli dei vincoli e delle opportunità del mercato economico globale, io credo che l'Italia abbia un suo grande ruolo solo se, così come efficacemente da anni promuove la Fondazione Symbola, "sappia fare l'Italia"!
L'Italia, scrigno di biodiversità, di sapori e di saperi, di un patrimonio culturale incredibile, anche se troppo spesso trascurato e poco valorizzato, questo è il nostro straordinario Paese.
Un Paese di cui noi gente dei parchi siamo profondamente orgogliosi! Ci piacerebbe, però, così come avviene nella patria dei parchi, gli Stati Uniti, che il Paese fosse orgoglioso dei suoi parchi e di tutte le sue aree naturali protette.
Ci piacerebbe un Paese che investe per la conservazione e la conoscenza del suo patrimonio di ambiente e cultura. Che investa in formazione ed informazione.
Ci piacerebbe un Paese che, partendo dall'EXPO 2015, impari a veicolare all'estero i nostri straordinari paesaggi, parchi, cibi, musei, siti archeologici, città e paesi.
Oggi proprio qui da Matera, autentico simbolo di tutto quello in cui crediamo e per cui lottiamo, con il suo indissolubile rapporto tra Uomo e ambiente naturale, con la sua profonda lezione di come sia importante conservare e valorizzare la memoria storica, vorrei lanciare a voi tutti una provocazione culturale.
Il 2016 è un quarto di secolo che lavoriamo per costruire un'Italia migliore, grazie allo sforzo di quanti tenacemente lavorarono per ottenere la legge 394/91 sulle aree naturali protette.
Una legge che ci parla di uno sforzo grandioso fatto dall'Italia per rimettersi al passo coi tempi. Una legge che ci ricorda che quando noi italiani ci impegniamo possiamo fare cose grandi ed importanti. Come abbiamo fatto. Portando l'Italia protetta dal 3% ad oltre il 20% (considerando varie e complesse forme di tutela e conservazione).
Allora io credo che serva un grande progetto per il futuro.
Così come siamo stati capaci di costruire i parchi e le aree marine protette, nell'emergenza di questi anni. Occorra pensare a lasciare qualcosa di importante a coloro che non sono ancora nati.
Lasciare un segno importante della nostra presenza e del nostro lavoro. Occorra una grande riflessione sulle nostre "buone pratiche" e sui nostri errori. Occorra un progetto culturale per i parchi 2.0! Occorra ripensare la governance ed il coinvolgimento della gente e dei giovani in modo particolare.
E' necessario, inoltre, oggi e non domani, fare in modo che si attiri-no investitori perché si attivi quel processo virtuoso dell'economia verde i cui fruitori, come ho detto, sono sempre più in aumento.
E il petrolio? Credo che la presenza di un'industria quale quella petrolifera e delle estrazioni in particolare, possa convivere con le risorse naturali, ad una condizione: che si pongano in essere azioni chiare e continue volte alla protezione dell'ambiente e della salute, anche attraverso l'investimento di una buona parte delle royalties per la protezione e la tutela del territorio.
Si potrà ritornare a percepire un territorio più sicuro solo se ci sarà un'inversione di tendenza della politica e dell'informazione.
La politica dovrà ritornare a trasmettere fiducia e sicurezza ai cittadini, utilizzando in modo efficace e cogente il potere di controllo e di monitoraggio dei processi e delle matrici ambientali , in una prospettiva organica di sostenibilita e compatibilita'.
Il mondo dell'informazione dovrà ritornare a fare informazione vera legata ai fatti, orientata alla conoscenza ed all'approfondimento e non al terrorismo mediatico.
Per concludere, dico e sono convinto che la Basilicata abbia già dato. Oltre a questo non si può più andare. Se si andasse oltre nell'estrazione petrolifera si farebbe un'altra scelta. Che non sarebbe più una scelta ambientale-naturalistica, ma una scelta solo ed esclusivamente industriale.
Crediamo, infatti, che questa terra magnifica abbia ancora molto da dire e da dare in termini di cultura, ambiente, natura: a noi tutti, all'Italia, all'Europa.
L'intervento del presidente del Parco Domenico Totaro al convegno su 'Natura e Cultura: la Carta di Roma'. Matera 17 aprile 2015
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