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Cantiere al Sasso Simone

L'area del Sasso Simone, a partire da Luglio 2014, è stata interessata da un cantiere per i lavori di "restauro conservativo e recupero funzionale della strada storica del Sasso di Simone" della Provincia di Arezzo-Servizio Conservazione della Natura

(Carpegna, 18 Lug 14) Il cantiere proseguirà per tutta la stagione estiva e probabilmente, compatibilmente con il fermo del Poligono, anche con la stagione invernale.
Il cantiere non censente l'accesso all'area sommitale del Sasso di Simone a partire dalla base del percorso storico di risalita.
"E' partito il cantiere per il restauro della strada di accesso alla pianura sommitale del Sasso di Simone. Finalmente, si può dire, perché, dopo anni di confronto, nel 2008 viene destinato un finanziamento che alla fine risulta di Euro 241.500,00, che fa capo alla Provincia di Arezzo. Il Simone, infatti, è al centro della Riserva naturale provinciale che da esso prende nome e confina con  il parco attualmente interregionale (Marche, Emilia-Romagna), che fa perno anch'esso sulle straordinarie qualità- storico/ambientali - dei Sassi Simone e Simoncello.Il progetto prevede il rifacimento della massicciata nei tratti scomparsi, il consolidamento della stessa lungo tutto il percorso, per dare sicurezza ai molti turisti che  in  ogni stagione sempre più amano confrontarsi con la "scalata al Sasso".   La strada, nella forma attuale, è stata scavata nella roccia per la costruzione della città-fortezza voluta da Cosimo I nel 1565, ma probabilmente utilizzando un primo tracciato risalente ai Malatesta, che vi avevano avviato la realizzazione anch'essi di una fortezza per dominare, da un' "arce" imprendibile allora, zone dell'Italia centrale, e prima ancora un accesso era stato creato per giungere alla abbazia benedettina sorta forse dopo il Mille nel mezzo del grande masso.Storia e storie si accavallano su questa montagna, da sempre frequentata dall'uomo, da quello  peregrinante sui crinali  nell'età protostorica, alle popolazioni Romane. Un luogo simbolo, che oggi, dopo periodi di abbandono, è tornato ad essere vitale per l'economia del turismo del Montefeltro e del Sestinate ma che è anche un ambiente naturale di alto valore paesaggistico e della biodiversità.  E in parte è già stato classificato Sito di importanza Comunitaria. E forse, proprio per una migliore gestione e valorizzazione, merita omogeneizzarlo tutto dentro un parco interregionale che comprenda anche la parte  toscana.Il progetto avviato è una prima importante operazione. Altri studi approntati prevedono la risagomatura delle strutture edilizie  dei circa quaranta quartieri  fatti costruire al tempo dei Medici. Progetto che dovrebbe essere completato con la "risistemazione" della vegetazione invasiva dell'ampia pianura e  della svettante croce eretta sul luogo della abbazia nel 1913. Un anno fa è stato celebrato il centenario di quella croce e il fatto ha risvegliato interessi vari e soprattutto quelli religiosi.Domenica, 6 luglio, oltre 60 "pellegrini",  provenienti dal Valdarno, dalla Valdichiana e soprattutto dalla Valtiberina, guidati dal vicario mons Giovacchino Dallara, si sono recati sul Sasso, celebrandovi una solenne liturgia ai piedi della croce. E lassù nei millenni gli uomini hanno cercato il "cielo", con i culti delle vette, con - nel luogo – il culto del Dio Semo, poi l'abbazia di origine forse longobarda con primi insediamenti di anacoreti, dedicata- non  casualmente- a S.Michele Arcangelo, "vincitore" dei mitologici "draghi" pagani. La montagna come "luogo della salvezza", è stato scritto: sull'Ararat si fermò l' arca dopo il diluvio universale; sul Golgota il sacrificio dell'Uomo per la salvezza dell'umanità.  Sulle montagna si torna sempre per un "abbraccio" tra Cielo e Terra." (Giancarlo Renzi)"E' partito il cantiere per il restauro della strada di accesso alla pianura sommitale del Sasso di Simone. Finalmente, si può dire, perché, dopo anni di confronto, nel 2008 viene destinato un finanziamento che alla fine risulta di Euro 241.500,00, che fa capo alla Provincia di Arezzo. Il Simone, infatti, è al centro della Riserva naturale provinciale che da esso prende nome e confina con  il parco attualmente interregionale (Marche, Emilia-Romagna), che fa perno anch'esso sulle straordinarie qualità- storico/ambientali - dei Sassi Simone e Simoncello.Il progetto prevede il rifacimento della massicciata nei tratti scomparsi, il consolidamento della stessa lungo tutto il percorso, per dare sicurezza ai molti turisti che  in  ogni stagione sempre più amano confrontarsi con la "scalata al Sasso".   La strada, nella forma attuale, è stata scavata nella roccia per la costruzione della città-fortezza voluta da Cosimo I nel 1565, ma probabilmente utilizzando un primo tracciato risalente ai Malatesta, che vi avevano avviato la realizzazione anch'essi di una fortezza per dominare, da un' "arce" imprendibile allora, zone dell'Italia centrale, e prima ancora un accesso era stato creato per giungere alla abbazia benedettina sorta forse dopo il Mille nel mezzo del grande masso.Storia e storie si accavallano su questa montagna, da sempre frequentata dall'uomo, da quello  peregrinante sui crinali  nell'età protostorica, alle popolazioni Romane. Un luogo simbolo, che oggi, dopo periodi di abbandono, è tornato ad essere vitale per l'economia del turismo del Montefeltro e del Sestinate ma che è anche un ambiente naturale di alto valore paesaggistico e della biodiversità.  E in parte è già stato classificato Sito di importanza Comunitaria. E forse, proprio per una migliore gestione e valorizzazione, merita omogeneizzarlo tutto dentro un parco interregionale che comprenda anche la parte  toscana.Il progetto avviato è una prima importante operazione. Altri studi approntati prevedono la risagomatura delle strutture edilizie  dei circa quaranta quartieri  fatti costruire al tempo dei Medici. Progetto che dovrebbe essere completato con la "risistemazione" della vegetazione invasiva dell'ampia pianura e  della svettante croce eretta sul luogo della abbazia nel 1913. Un anno fa è stato celebrato il centenario di quella croce e il fatto ha risvegliato interessi vari e soprattutto quelli religiosi.Domenica, 6 luglio, oltre 60 "pellegrini",  provenienti dal Valdarno, dalla Valdichiana e soprattutto dalla Valtiberina, guidati dal vicario mons Giovacchino Dallara, si sono recati sul Sasso, celebrandovi una solenne liturgia ai piedi della croce. E lassù nei millenni gli uomini hanno cercato il "cielo", con i culti delle vette, con - nel luogo – il culto del Dio Semo, poi l'abbazia di origine forse longobarda con primi insediamenti di anacoreti, dedicata- non  casualmente- a S.Michele Arcangelo, "vincitore" dei mitologici "draghi" pagani. La montagna come "luogo della salvezza", è stato scritto: sull'Ararat si fermò l' arca dopo il diluvio universale; sul Golgota il sacrificio dell'Uomo per la salvezza dell'umanità.  Sulle montagna si torna sempre per un "abbraccio" tra Cielo e Terra." (Giancarlo Renzi) http://www.parcosimone.it/?IDC=27&ID=268&page=1 
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