Il Parco Agricolo Sud Milano è il riconoscimento del grande ruolo che l'agricoltura ha assunto, e ancora svolge sia pure in forme diverse, nei confronti di Milano. Visitarlo è come entrare in un grande monumento i cui artefici, oltre alla natura, sono decine di generazioni di agricoltori e, in passato, i monaci delle abbazie e i signori dei castelli e dei palazzi, edifici che ancor oggi troneggiano in tutti i comuni del parco.
Rogge, canali, navigli, mulini, strade di campagna e filari alberati, una miriade di fontanili, grandi cascine: opere scolpite nel territorio che si estende dalla Valle del Ticino a quella dell'Adda, cesellata da mani sapienti nel corso di due millenni. La campagna milanese ha rifornito i mercati della città e oggi, in una economia agricola profondamente mutata, continua a fornire i propri servigi: un paesaggio rurale tutto da godere, profumi e sapori di un tempo, un abbraccio verde intorno ai quartieri di una metropoli soffocata dallo smog.
Il Parco Agricolo Sud è stato voluto da un vasto movimento di associazioni e gruppi di volontariato - ancor oggi riuniti sotto la sigla Associazione Parco Sud - ma anche da intellettuali, amministratori e, in un crescendo di consenso, dalle associazioni che rappresentano le oltre 1400 aziende agricole che vi operano. Nonostante i molti momenti difficili della sua breve storia, il parco resta lo strumento per limitare l'avanzata del cemento e valorizzare un grande patrimonio, di paesaggio e di cultura, in passato ingiustamente trascurato.
I parchi di cintura verde metropolitana sono presenti in diverse città europee: Parigi, Londra, Randstad-Holland, Francoforte, Milano hanno aree protette intorno alla città.
Queste aree mostrano caratteristiche del territorio differenti: il parco di cintura attorno a Milano presenta una maggiore estensione di aree agricole rispetto alle aree boschive.
In origine una fitta copertura forestale costituita essenzialmente da querceti misti di farnia e carpino bianco misti a tigli, olmi, frassini, aceri campestri e ciliegi selvatici sostituiva l'attuale uniformità agraria del paesaggio.
I tratti naturalistici del Parco non sono la dominante prevalente del territorio ma il processo di conservazione e rinaturalizzazione degli ambiti più pregiati rappresenta una buona direzione per riconquistare una parte della natura vicina alla città.
La storia della grassa (nel gergo agricolo significa fertile) piana agricola a sud di Milano s'interseca con la lenta, sistemica e costante opera di adattamento realizzata dall'uomo per soddisfare le proprie esigenze. Ricca d'acqua e ben distesa la grande pianura del sud milanese aveva un destino quasi certo: divenire un vasto coltivo percorso da colatori, canali e macchine agricole.
All'interno del parco la fauna è presente in numero considerevole nelle aree di maggior pregio naturalistico (boschi, zone umide, fontanili) e in misura minore nelle zone coltivate. Sono state rilevate alcune specie fra cui il ghiro, il tasso, la faina, la volpe, il coniglio selvatico, la donnola, la lepre ed altri. Molteplici gli uccelli presenti nella campagna: l'airone cinerino, il picchio, la garzetta, il cuculo, la cinciallegra, il migliarino di palude e tantissimi altri.
La superficie boschiva del Parco agricolo sud Milano è assai ridotta in proporzione alla vastità delle coltivazioni esistenti. Sono comunque presenti zone ricche di vegetazione lungo gli argini dei fiumi, dei canali, e dei corsi d'acqua ove la fauna trova rifugio. Prevalgono le essenze autoctone quali il pioppo bianco, il pioppo nero, il salice, l'olmo, il carpino bianco, qualche gelso ancora residuo di un antico modo di condurre l'economia agraria, oltre alle querce farnie e agli aceri campestri. Sono presenti anche numerosi cespugli di biancospino, sanguinello, prugnolo ed altri ancora.
La ricchezza d'acqua è tra le risorse ambientali, quella più
significativa. Troviamo fiumi e corsi d'acqua storici (Vettabia,
Ticinello, Addetta, Muzza), i navigli Grande e Pavese, i numerosi
fontanili ancora attivi che determinano ecosistemi di notevole pregio.
L'ambiente naturale è connotato anche dalla presenza di boschi (Cusago,
Riazzolo, Corbetta, Carengione oltre alle superfici boscate lungo i
fiumi e le teste di fontanile) e da aree protette quali: riserve
naturali (Fontanile Nuovo di Bareggio e Sorgenti della Muzzetta di
Rodano e Settala), parchi (dell'Addetta, dell'Idroscalo, di Trenno, di
Trenzanesio), oasi naturalistiche (Lacchiarella).
L'esteso territorio agricolo contribuisce infine alla conservazione di
suolo libero, inedificato, indispensabile per l'equilibrio ecologico
dell'area metropolitana. L'opera di antropizzazione territoriale
finalizzata allo svolgimento dell'attività agricola ha determinato
altresì l'edificazione di interessanti manufatti sul territorio del
parco. Emergono tra questi le abbazie, testimonianza dell'opera di
bonifica attuata dagli ordini monastici di Chiaravalle (Cistercense),
di Mirasole e Viboldone (Umiliati).
Di notevole pregio sono i castelli viscontei di Binasco, Cusago e
Melegnano oltre a quelli di Cassino Scanasio (XIV sec.), Locate e
Peschiera (XV), Buccinasco e Macconago (XVI), Rocca Brivio (XVII).
Tra le cascine emergono i complessi agricoli fortificati di Carpiano,
Fagnano, Gudo Visconti, Tolcinasco, Settala, Coazzano ed i nuclei
rurali di cascina, Resenterio, Selvanesco, Conigo, Cassinetta, Bagnolo,
Sarmazzano. E inoltre gli antichi cascinali con molini a pale come la
C.na Bazzanella, la C.na Vione, la C.na di Gudo Gambaredo; le antiche
strutture agricole con portali turriti come a Dresano, Locate, Zivido;
le cascine che presentano evidenti le strutture della loro origine
monastica come a Colturano, Gaggiano-Vigano, Mediglia, Tribiano; gli
interessanti esempi di cascine ottocentesche in stile neogotico di
Cisliano, Rozzano e Zibido. Infine da menzionare sono le ville di
campagna di Bareggino, Corbetta, Gaggiano, Trenzanesio, Vittuone.
Sono innumerevoli gli elementi architettonici che, anche se non di
pregio assoluto, costituiscono tuttavia interessanti testimonianze di
archeologia rurale e di cultura materiale che andrebbero mantenuti e
valorizzati quali memorie storiche del passato sistema produttivo.