(09 Giu 21) Il desiderio di libertà e di ritorno alla natura, con le belle giornate di giugno, ci porta a frequentare i sentieri che attraversano le nostre campagne.
Durante una passeggiata non è raro incontrare greggi, anche piuttosto numerose, gestite secondo la pratica del pascolo vagante.
Tra i mesi di ottobre e giugno, un grande gruppo di pecore condotto dal suo pastore compie un percorso ad anello lungo il Po e sulle colline del Basso Monferrato, per poi salire in alpeggio nei mesi estivi. Durante la notte i pastori allestiscono un recinto provvisorio per il riposo: vi sostano alcune notti e poi si spostano al successivo, mentre, durante il giorno, pascolano nelle vicinanze.
Sul territorio che ricade all'interno delle Aree protette del Po piemontese, questa pratica è concordata con il pastore che può solamente sostare e pascolare in habitat a ridotta valenza naturalistica.
Recinzioni e gregge non devono comunque impedire il passaggio ai fruitori delle aree.
Un possibile ostacolo può derivare dall'occasionale spostamento del gregge e talvolta dall'irruenza dei cani al seguito, in particolare per il recente inserimento di cani da guardiania, i cosiddetti cani da pastore maremmani, all'interno del gregge a protezione da eventuali attacchi dei predatori.
I pastori sono tenuti al controllo dei propri cani ma è bene prestare particolare attenzione nell'avvicinarsi al gregge, per l'attitudine comportamentale di questa razza e adottare comportamenti che riducano il più possibile la loro reazione di difesa territoriale.
Occorre evitare i movimenti bruschi e repentini e, soprattutto, non spaventare il bestiame per evitare di essere considerati dai cani come un potenziale pericolo per il gregge.