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Marzo, mese di censimenti

(06 Apr 23)

L'attività dei monitoraggi è molto impegnativa per il personale dell'Ente-Parco, ma consente di rendersi conto – dati alla mano - dello stato dell'ambiente e dei cambiamenti in atto. Ecco i più recenti e significativi censimenti.

Soggetto dei monitoraggi di marzo le rane rosse, il pelobate fosco insubrico, i tritoni e il bombice del prugnolo, luogo di svolgimento le Aree protette del Po piemontese. 

Il conteggio delle rane rosse, quelle che tra gli anfibi si riproducono prima, si svolge ogni anno tra febbraio e marzo. I monitoraggi sono necessari per rendicontare all'Unione Europea lo stato di conservazione dei siti Natura 2000 in gestione all'Ente-Parco: habitat e specie. Tutti i rilievi confluiranno nella banca dati dell'Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese e nel correlato progetto INaturalist https://www.inaturalist.org/projects/aree-protette-del-po-piemontese ma saranno pure disponibili per l'Ente di gestione dell'Appennino piemontese, capofila del Centro di referenza regionale "Erpetofauna".

È evidente che la siccità stia causando danni un po' ovunque ed i rilevatori hanno sempre più problemi a trovare siti riproduttivi; occorre dire che la loro ricerca è indirizzata non tanto agli animali adulti, quanto alle zone umide e alle piccole pozze a queste collegate, dove le rane depongono le loro uova e che sono anche le prime a scomparire con la siccità.

Per questo motivo la rana di Lataste, specie endemica della Pianura Padana, è in grave crisi: nelle aree a valle di Crescentino i rilevatori non stanno più trovando siti riproduttivi, come già successo lo scorso anno, fatto che aggrava ancora di più il quadro generale. Nelle pozze ancora presenti ha deposto invece la rana dalmatina (o rana agile), la cui condizione è ancora buona. A monte di Crescentino la situazione è tutto sommato stabile, anche se le annate siccitose hanno fortemente minacciato le popolazioni relitte ancora presenti nelle aree boscate lungo l'asta del Po.

Una presenza particolarmente interessante è anche la rana temporaria, una specie che si può definire strettamente alpina in quanto vive sulle Alpi e sull'Appennino, e che tuttavia nell'area torinese non si trova solo in collina, nel Parco naturale della Collina di Superga, nella Riserva naturale del Bosco del Vaj e nella Zona Speciale di Conservazione IT1110009 Bosco del Vaj e Bosc Grand, ma anche nel Parco naturale del Po piemontese, alla Lanca di San Michele – ZSC e ZPS IT1110024 Lanca di San Michele, e alle confluenze con il Maira – ZSC IT1110016 Confluenza Po - Maira, con l'Orco e con il Malone – ZSC e ZPS IT1110018 Confluenza Po - Orco - Malone.

Le rane dei laghi di montagna appartengono alla specie temporaria, ciò nonostante, occasionalmente, alcuni esemplari scendono a valle andando a popolare aree a quote più basse; non è quindi un caso se le aree protette sopra citate sono legate a corsi d'acqua che provengono dalle Alpi.

Si salvano dagli effetti della crisi climatica gli anfibi presenti sulla Dora Baltea, ma la ragione non è positiva: lì la situazione è buona perché la portata di quel torrente è ancora importante, dal momento che convoglia acque che derivano dalla fusione dei ghiacciai; quando questi saranno fusi, la situazione non sarà reversibile ed anche in quei luoghi l'aridità si farà sentire.

Ultimati anche i monitoraggi del pelobate fosco insubrico. Data la situazione di privilegio goduta dalla Dora Baltea, contrariamente alle previsioni, la loro popolazione è risultata molto abbondante. Il conteggio è stato realizzato utilizzando barriere che hanno condotto gli animali in un solo punto, permettendone così un conteggio esatto: i dati finali riportano la presenza di circa 300 individui, di cui circa un terzo femmine.

Anche il conteggio del tritone comune e del tritone crestato ha dato risultati inaspettati: le loro popolazioni sono risultate particolarmente vitali; peraltro nel 2021 erano stati rilevati circa 480 tritoni crestati e 50 tritoni comuni.

La falena perduta. Tecnici e guardaparco dell'Ente-Parco si sono anche occupati del monitoraggio del bombice del prugnolo. La fine dell'inverno è il momento più adatto per la rilevazione: le farfalle depongono le loro uova sui prugnoli, arbusti spinosi piuttosto comuni, ancora privi di foglie, motivo per cui trovare i loro bruchi è più facile che in altri periodi dell'anno. Eriogaster catax, questo è il suo nome scientifico, è una farfalla notturna poco visibile e rara, inserita nella Direttiva europea Habitat. Da tenere presente che è una delle specie presenti nella documentazione posta alla base dell'istituzione del SIC IT1180031 Basso Scrivia. Quest'anno non è stata trovata, né lì né nelle altre Aree protette del Po piemontese. Anche in questo caso il dato è significativo, ancora una volta in negativo.

Marzo è anche il mese dei bianconi, uccelli rapaci che arrivano dall'Africa per raggiungere i siti di nidificazione. Per il loro monitoraggio e per quello degli altri uccelli di passo tecnici e guardaparco dell'Ente-Parco hanno condiviso, e continueranno a farlo fino a maggio, alcune giornate di lavoro con i colleghi delle Aree protette dell'Appennino piemontese.

Pelobate fosco insubrico maschio (Foto di Paolo Eusebio-Bergò)
Pelobate fosco insubrico maschio (Foto di Paolo Eusebio-Bergò)
Una delle pozze di ricerca delle rane (Foto di Laura Gola)
Una delle pozze di ricerca delle rane (Foto di Laura Gola)
Rana di Lataste (Foto di Ivan Ellena)
Rana di Lataste (Foto di Ivan Ellena)
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