(28 Set 23) L'Euplagia quadripunctaria, questo è il suo nome scientifico, è una farfalla di medie dimensioni, dalla sagoma allungata, che raggiunge un'apertura alare di circa cinque centimetri; le ali anteriori sono scure - nere o grigie, striate di bianco, ed è per questo che è anche chiamata falena tigre -, mentre le posteriori sono di un bel rosso arancio punteggiate di nero.
L'Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese ogni anno raccoglie dati sulla consistenza e distribuzione delle sue popolazioni: in quanto inserita nella Direttiva Habitat l'attività di monitoraggio è dovuta ed è un compito che nasce dall'esigenza di tutelare una specie a rischio di estinzione ed il suo habitat di riferimento, perché spie della salute dell'ambiente in maniera più ampia.
L'habitat naturale della falena dell'edera è la collina, in modo particolare perché qui sorgono le sue piante nutrici, arboree, arbustive, erbacee, come il nocciolo, la quercia, il salice, il trifoglio e l'ortica. L'euplagia è anche ghiotta del nettare della canapa acquatica. Queste falene vivono in boschi freschi e umidi come ce ne sono ormai pochissimi in pianura. Osservazioni, ad esempio, a Predosa e alla Garzaia di Valenza, sono infatti del tutto sporadiche. Viene chiamata anche falena dell'edera, perché si posa su quella specie vegetale che vive proprio in quel tipo di ambiente.
I monitoraggi di Euplagia nella Rete Natura 2000 delle Aree protette del Po Piemontese realizzati durante i mesi da luglio a settembre, periodo di volo della specie, si sono appena conclusi. Ora il dato è certo: questo è il suo anno, non si sono mai visti così tanti individui in anni e anni di monitoraggi curati dal tecnico faunistico e dai guardaparco dell'Ente-Parco, anche se per certi versi non è una sorpresa perché le popolazioni di insetti hanno fluttuazioni numeriche anche consistenti in modo ciclico. Tanto per dare un'idea: nel 2017, che è stato un anno buono, ne sono state contate sette, quest'anno addirittura una ventina.
Tutti i dati, inseriti non solo dai dipendenti dell'Ente-Parco ma anche dai tanti appassionati di Natura che popolano di informazioni la piattaforma, sono presenti su iNaturalist; per ovvie ragioni di tutela la posizione di rilevamento è oscurata, una cautela assolutamente dovuta a una specie così poco comune.
L.S.