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L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Superficie a terra: 4'974.49 ha
  • Regioni: Emilia Romagna
  • Province: Bologna
  • Comuni: Lizzano in Belvedere
  • Provv.ti istitutivi: LR 11 02/04/1988
  • Elenco Ufficiale AP: EUAP0180

 

 

Il Territorio

Cinquemila ettari di Parco per la cima più alta dell'Appennino bolognese, un massiccio che sfiora i duemila metri segnato fino alla vetta dagli strati di arenaria (da cui il nome le "Scale", appunto) ben evidenti come il profilo di un libro poggiato sopra la faggeta. L'istituzione del Parco Corno alle Scale risale al 1988 (L.R. 11/88). Il territorio si estende per 4974 ettari, di cui 2545 di aree contigue (Zona di Pre-Parco distinto in con boschivo, agrario, sciistico) e 2429 per le restanti zone del Parco (Zona A di protezione integrale, Zona B di protezione generale, Zona C di protezione e riqualificazione ambientale finalizzata alla fruizione turistica).

Confinante con il Parco dell'Alto Appennino Modenese, il Parco del Corno alle Scale offre splendidi panorami montani. Vallate solitarie, piccoli paesi che emergono dal bosco, santuari e cascate sono disposti a ventaglio ai piedi della montagna. Le foreste di latifoglie, soprattutto faggio, interessano buona parte della superficie e avvolgono il corso solitario di torrenti cristallini. Circhi glaciali e praterie d'altitudine sono gli habitat di preziosità botaniche, ultimo avamposto delle Alpi, e pure di una fauna ricca e interessante.

Altre informazioni

Corno alle Scale
Corno alle Scale
Corno alle Scale
Corno alle Scale
 
 

Flora e Vegetazione

Alle quote piú basse
Il territorio del parco è quasi interamente ricoperto di boschi. Sotto i 1000 m si incontrano le ultime propaggini dei querceti collinari, boschi misti in cui le querce (roverella, rovere, cerro) si mescolano a carpino nero, orniello, olmo campestre, ciliegio, castagno e numerosi arbusti.

In prossimità degli abitati il bosco è stato da tempo sostituito con castagneti da frutto, che imprimono al paesaggio un aspetto particolare: maestosi castagni, spesso secolari, sono tenacemente abbarbicati ai ripidi versanti della montagna, a volte modellata da insoliti terrazzamenti sostenuti da muretti a secco.

Altre informazioni

Giglio Martagone
Giglio Martagone
Astro Alpino
Astro Alpino
 
 

Storia e Paesaggio

Reperti in selce e terracotta hanno testimoniato la presenza dell'uomo in questo territorio fino dall'età della Pietra; successivamente i primi popoli ad abitare stabilmente furono Liguri, Etruschi e Galli Boi i cui segni sono rimasti nelle tradizioni locali (es. mummie e mamme) sculture in pietra con funzione beneaugurale posate all'esterno di edifici e riconducibili alla cultura celtica.

Durante il Medioevo questo territorio passò sotto il dominio dell'Esarcato di Ravenna: la presenza bizantina è confermata dallo stile del Delùbro, il tempio rotondo che costituisce l'ultimo resto dell'antica pieve di Lizzano, e dalla dedicazione della stessa pieve al Santo orientale Mamante. Dopo la caduta dell'Esarcato, alcuni dei territori conquistati furono donati dal re longobardo Astolfo alla potente Abbazia di Nonantola.
Durante l'epoca dei Comuni questo territorio entrò tra i possedimenti del Comune di Bologna, che, fece erigere torri e piccoli castelli difensivi (di Monte Cimbriano poi detto Belvedere) per controllare il territorio. Il confine tra il bolognese e il modenense fu per secoli oggetto di contesa, la situazione si stabilizzó solo dopo il 1763, con la posa di una serie di cippi confinari.
Fu in questa occasione che l'antico Passo della Calanca divenne il Passo dei Tre Termini, perché segnava il confine fra le terre dello Stato Pontificio, il Granducato di Toscana e i possedimenti della Casa d'Este.

Altre informazioni

Foto di Storia e PaesaggioFoto di Storia e Paesaggio
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