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Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi

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Il Parco abilita 14 pescatori scientifici

Affiancheranno il Parco nelle attivita' di studio e monitoraggio dell'ittiofauna

(Feltre, 08 Set 14) Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi studia e controlla da quasi vent'anni (i primi monitoraggi sono partiti nel 1996) lo stato delle popolazioni di pesci nei suoi corsi d'acqua e nei laghi della Stua e del Mis.

Questi monitoraggi vengono effettuati da tecnici specializzati e ricercatori universitari. Questi ultimi seguono anche il monitoraggio genetico delle popolazioni di trota marmorata che, a causa dell'immissione della trota fario alloctona, va incontro al fenomeno dell'ibridazione, ormai riconosciuto come un grave problema per la conservazione della specie autoctona.

Da oggi e' stata introdotta una importante novita': nelle attivita' di monitoraggio scientifico il personale del Parco sara' affiancato da alcuni pescatori "specializzati".
Il regolamento del Parco prevede infatti che in alcuni corpi idrici, dove negli anni scorsi e' stato reintrodotto lo scazzone o dove si sta cercando si ricostituire popolazioni autoctone di trota marmorata mediante selezione genetica e ripopolamento, possano svolgersi attivita' di "pesca sperimentale".

In pratica un gruppo ristretto di pescatori, dopo aver frequentato un corso specifico e superato in questi giorni un esame finale, potranno utilizzare i loro "strumenti sportivi" a fini scientifici, intervenendo in questi torrenti con una programmazione delle uscite definita dai responsabili scientifici degli studi; per rimuovere le specie alloctone eventualmente presenti ma anche per raccogliere dati scientifici utili per monitorare lo stato delle popolazioni.

Questi pescatori dovranno catturare i pesci; misurarli; classificarli; stabilire, nel caso delle trote, se si tratta di trote fario, marmorate o ibridi e stimare, in base ad una precisa classificazione morfologica, quale sia il grado di ibridazione; prelevare piccoli campioni di pinna che saranno utilizzati per le analisi genetiche e infine rilasciare i pesci nel posto in cui sono stati catturati.
Un lavoro prezioso, che si affianca a quello realizzato dai ricercatori e che permettera' di raccogliere utili dati scientifici.

Il corso di formazione per questi pescatori volontari, articolato in lezioni in aula e prove pratiche, e' stato tenuto dal dott. Alvise Lucarda, Ricercatore dell'Universita' di Torino, che da anni si occupa dei problemi legati allo studio e alla conservazione della trota marmorata nel Parco e nell'arco alpino.

Questa settimana si sono svolti gli esami finali per i partecipanti al corso, superati brillantemente da tutti i 14 partecipanti che erano stati ammessi dopo aver gia' superato le prove pratiche sul campo.

"Mi congratulo con i pescatori che hanno superato l'esame, ha dichiarato il Direttore del Parco, dr. Antonio Andrich, per la preparazione e la passione dimostrate nel corso dei colloqui. Vorrei anche sottolineare l'importanza e il carattere innovativo di questa nuova iniziativa di collaborazione tra Parco e pescatori, che fa seguito a quelle gia' avviate negli anni scorsi e che ci permettera' di raccogliere utili informazioni scientifiche".

Il Presidente del Parco, Benedetto Fiori, ha voluto "ringraziare i Bacini di pesca 5, 9 e 10, ai quali appartengono i nuovi pescatori scientifici, per la collaborazione prestata nell'organizzazione dei corsi e per le attivita' che stanno svolgendo assieme al Parco per migliorare lo stato delle popolazioni ittiche nell'area protetta. Come ho gia' sottolineato in altre occasioni analoghe, ha concluso il Presidente, la collaborazione tra Parco e Bacini di pesca, avviata ormai da qualche anno, sta dando risultati positivi e ritengo possa essere estesa anche ad altre realta' locali. Costruire un rapporto sempre piu' stretto del Parco con i residenti e' fondamentale, perche' in questo modo chi frequenta l'area protetta, come nel caso dei pescatori, non e' piu' un semplice "fruitore" del Parco, ma diventa soggetto attivo nella conservazione e tutela del patrimonio naturale".

Il Parco abilita 14 pescatori scientifici
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