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Parchi Nazionali: aree di pace e di vita o di guerra e mattanza?

Quando la cultura dello sterminio riaffiora prepotentemente

(Sulmona, 03 Ott 11) Dal Blog del Direttore su: www.parcomajella.it 

Mentre la Spagna, partendo dalla Catalogna si avvia a porre termine all'indecoroso spettacolo delle Corride ed il mondo intero si indigna per le stragi di cetacei e foche ad opera di Canadesi, Norvegesi e Giapponesi, in Italia si registra una pericolosa inversione di tendenza che, anche per la terminologia adoperata, rievoca l'orrido periodo dell'ideologia nazista.
Il Senato della Repubblica Italiana, su iniziativa del sen D'alì, ha posto mano ad un aggiornamento del testo della legge quadro sulle aree naturali protette, n. 394/91 e successive modificazioni ed integrazioni, allo scopo soprattutto di migliorarne l'applicazione nel settore delle aree marine.
Un testo, con alcuni miglioramenti, ed uniformandone i principi anche nella parte relativa alle aree protette di terra, decisamente apprezzabile ed al passo con i tempi.
In sede di esame, al testo, sotto forma di emendamenti, sono state apportate numerose integrazioni.
Particolarmente corposi quelli relativi al controllo della fauna selvatica. Il testo originario della norma prevedeva tali controlli, solo per ricomporre accertati squilibri ecologici in atto e comunque da effettuare a cura di personale dell'Ente Parco o da personale espressamente autorizzato dall'Ente e sotto il diretto controllo di questi.
Un emendamento del sen. Orsi, che introduce l'art. 11-bis alla legge 394/91, sottrae tali attività all'ambito ed alle finalità della legge sulle aree protette e le riconduce nell'ambito " dell'articolo 19 della legge 11 febbraio 1992, n. 157"- legge sulla caccia-. Ed in sintonia introduce, per l'esecuzione di tali operazioni,la " preferenza tra i soggetti iscritti in ambiti territoriali di caccia confinanti con il territorio del Parco".
Un sub-emendamento del sen Molinari cancella completamente il mantenimento o la ricomposizione degli equilibri ecologici e finalizza le operazioni di controllo " a contenere i danni causati dalle specie selvatiche autoctone". Per quelle non autoctone " il controllo è finalizzato alla eradicazione".
Secondo un primo calcolo sommario, se questi emendamenti dovessero essere tradotti in norme, nei parchi si profilerebbero anni di mattanze, con centinaia di migliaia di specie animali massacrate ogni anno. Ed i turisti, in cerca di isole di pace e di tranquillità, sarebbero accolti da uno scenario di guerra con milioni di colpi di fucili sparati ed orde di cani in braccata.
Sarebbe la morte dei parchi e del turismo nei Parchi.
Sono questi i parchi che vogliamo?

Nicola Cimini, 30 settembre 2011

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