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Scalare il freddo

L’arrampicata sul ghiaccio fra la Val di Ledro e la Valle del Chiese

(Tione di Trento, 09 Gen 20) Potrebbe succedervi, passando in automobile nelle fredde giornate invernali lungo la strada che collega la bassa Valle del Chiese con la Val di Ledro, di scorgere sui bastioni di roccia nei pressi del passo Ampola delle piccole figure in movimento su imponenti cascate di ghiaccio. Nessun animale mitologico e nessun supereroe, ma degli scalatori del freddo, praticanti dell'arrampicata sul ghiaccio. Gli ingredienti per questa pratica non sono molti ma devono mescolarsi in una ricetta ben precisa, di quelle che non si possono assolutamente sbagliare.

Innanzitutto, c'è la cascata, che deve essere ghiacciata al punto giusto. Proprio in questo territorio troviamo un'altissima concentrazione di cascate, salti d'acqua più o meno grandi o semplicemente bastioni di roccia che in determinati periodi dell'anno rilasciano l'acqua accumulata nelle stagioni piovose. Il problema a questo punto è compiere una delle più spettacolari "magie" delle natura: trasformare l'acqua liquida in caduta libera in una solida massa di ghiaccio. Qui sono il freddo e la bassa insolazione ad entrare in gioco: in questa zona infatti, sia per la quota relativamente alta, circa 750 metri, sia per l'altezza delle montagne che racchiudono la Val d'Ampola, è probabile che in inverno si presentino più e più giornate con una scarsa insolazione e con la temperatura che non sale mai sopra lo zero termico.

La creazione di queste sculture naturali di ghiaccio tutto sommato sembra perciò piuttosto prevedibile: acqua che cade, freddo continuo e poca insolazione. Come ci spiega però un ice-climber locale , grande esperto di cascate di ghiaccio ed apritore di numerose vie nella zona, "si arrampica al momento giusto". Dietro a questa frase c'è tutto l'attendere, caratteristica tipica dell'uomo di montagna: una continua osservazione lunga giorni dei vari ruscelli e rivi che scendono queste ripide falesie, un occhio al termometro e uno al sole e tanta ma tanta esperienza.

L'altro elemento per l'ice climbing è quello umano, l'arrampicatore o arrampicatrice, che salendo la cascata deve assolutamente "sentire il ghiaccio". Come ci racconta un esperto arrampicatore "sul ghiaccio si dovrebbe arrampicare a occhi chiusi, sentendo solo il rumore delle picozze". 

Se nell'arrampicata su roccia generalmente si ha a che fare con un ambiente solido, statico e determinato, il ghiaccio ribalta completamente questo paradigma, in quanto è probabilmente ciò di più effimero esista in natura. Una cascata non è mai uguale all'anno prima, anzi tende a trasformarsi di ora in ora, anche mentre la si arrampica infatti è l'arrampicatore che deve adattarsi in maniera continua a questo ambiente.

Acqua volante solida, così potremo definire una cascata di ghiaccio, elemento ambiguo dove troviamo allo stesso tempo un'estrema solidità, ed anche una grande fragilità, da trattare con i guanti. Quali sono questi "guanti" che ci permettono di salire con delicatezza questi giganti di ghiaccio? "Picozze, ramponi, chiodi da ghiaccio, imbrago e corda" ci dice il profondo conoscitore delle cascate di ghiaccio, aggiungendo però che prima di tutto bisogna armarsi di una sana e forte conoscenza dell'ambiente in cui stiamo entrando e delle tecniche di arrampicata.

L'approccio al ghiaccio deve essere molto dolce, non bisogna scolpire il ghiaccio con troppa forza, ma è un continuo avanzare in punta di piedi, di ramponi e di picozza, sfruttando con le picozze e i ramponi, le piccole nicchie che il ghiaccio naturalmente crea.

L'arrampicata su ghiaccio è una metafora perfetta di quello che è la simbiosi fra Uomo e Ambiente. È un contatto reciproco assolutamente positivo, un dono della natura che solo chi riesce ad immergersi completamente in questo ambiente può ricevere. Come riporta il nostro scalatore: "Arrampicare sul ghiaccio è una liberazione estrema della mente, è una sensazione di presenza fortissima di sé e della natura; sei lì e non sei da nessun'altra parte".

D'altronde come un giorno disse il poeta e scrittore William Blake:"Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono".


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Arrampicata in Val Lorina (arch. fotografico Comune di Storo)
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Picozze dagli anni 90' fino a quelle moderne
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