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Due sospetti di ricettazione fermati dai Guardaparco del Gran Paradiso in Valsavarenche

(Torino, 04 Nov 10)

Nella notte del 2 novembre due guardaparco della Valsavarenche hanno bloccato due persone, denunciate poi per ricettazione, nel corso di un intervento di polizia giudiziaria.

Durante il proprio turno di sorveglianza un guardaparco ha individuato un'automobile in località Rioulaz, insospettito dall'anomala posizione della stessa, in una zona particolarmente impervia, ha avvertito il collega con cui ha iniziato un'operazione di pattugliamento itinerante alla ricerca degli occupanti dell'autovettura, temendo un'azione di bracconaggio. Grazie all'ausilio di un visore notturno e di una termocamera, strumenti all'avanguardia in dotazione ai guardaparco nel loro lavoro, hanno individuato due soggetti e dopo essersi avvicinati con discrezione hanno intimato loro l'alt. Uno dei due è stato subito fermato mentre il secondo è scappato, successivamente lo stesso è stato scovato nascosto nella scarpata sottostante.

I guardaparco hanno quindi proceduto all'identificazione dei due fermati e avvertito la Questura di Aosta che, rilevando i precedenti di uno dei due, ha subito inviato una pattuglia della Polizia di Stato. Nelle vicinanze dell'auto sono state ritrovate alcune scatole di materiale ancora imballato, per questo motivo i due fermati sono stati denunciati per ricettazione e accompagnati per il fotosegnalamento al gabinetto provinciale della polizia scientifica presso la Questura di Aosta.

Il ruolo dei guardaparco, che hanno ottenuto la qualifica di agenti di pubblica sicurezza nel 2006, si rivela quindi importante anche per la sicurezza del territorio, a fianco dei compiti di monitoraggio e salvaguardia della biodiversità e di collaborazione con il soccorso alpino.

Il direttore del Parco Michele Ottino ha così commentato l'operazione: "L'attività di tutela è esercitata attraverso una attenta e capillare presenza del corpo dei guardaparco nelle cinque valli dell'area protetta, e viene svolta con azioni preventive che permettono di tenere sotto controllo il territorio senza interventi repressivi, ma anche con azioni di contrasto diretto quando necessario, così come si è verificato in questo caso".

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