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Non raccogliete i piccoli di capriolo!

(Guardiagrele, 01 Giu 11) Se avvistate, nascosto tra i cespugli o accucciato nell'erba, un piccolo di capriolo e vi sembra abbandonato, non avvicinatevi!

Anche quest'anno i tecnici dell'Ente Parco Nazionale della Majella ricevono chiamate da parte di escursionisti, cercatori di funghi, turisti, che casualmente s'imbattono in piccoli di capriolo o cervo e che animati dalle migliori intenzioni, richiedono soccorso oppure li prelevano per consegnarli, come è successo nella giornata di ieri, per due cuccioli di capriolo provenienti dai territori di Caramanico Terme e Campo Di Giove, al veterinario ed ai biologi dell'Ente Parco.

L'Ente Parco intende ribadire che in questi casi sia necessaria molta attenzione quando ci si trova davanti a piccoli animali selvatici che apparentemente sembrano abbandonati, ma che in realtà sono stati solo lasciati soli per un breve periodo. Infatti è del tutto naturale che proprio in questo periodo dell'anno, le femmine di capriolo o di cervo, per alimentarsi al pascolo, lascino spesso, ma solo per un tempo limitato, i loro piccoli soli, facendo affidamento sulle capacità mimetiche del mantello e sull'assenza di odori che possano attirare eventuali predatori. I cerbiatti rimangono nascosti tra l'erba fino a quando la madre non torna.

Spesso questo comportamento naturale viene erroneamente interpretato come un abbandono; è dunque assolutamente inopportuno intervenire. Se il piccolo viene raccolto nel tentativo di "soccorrerlo" si altera il suo odore e per di più lo si sottrae dal sito nel quale la madre si aspetterebbe di ritrovarlo: dopo alcuni tentativi di ricerca, la femmina di capriolo cesserà di cercarlo e, anche qualora venisse riportato nel luogo di ritrovamento, se trascorso molto tempo, difficilmente la madre lo riconoscerà come proprio. In questi casi il suo futuro è stato inevitabilmente compromesso e anche se i tecnici del Parco riusciranno ad allevarlo, tra l'altro somministrando un latte speciale ricostituito secondo la composizione naturale delle diverse specie, sarà comunque destinato a vivere in cattività, perché avrà modificato il suo comportamento in modo irreversibile.
E' ovvio invece che nel caso in cui si incontri un animale in reale difficoltà (con ferite evidenti, movimenti innaturali, ecc.) evitando di avvicinarsi in modo imprudente, si dovrà segnalare quanto osservato agli uffici dell'Ente Parco, ai centri visita presenti sul territorio o al personale di sorveglianza del Corpo Forestale dello Stato.
Non raccogliete i piccoli di capriolo!
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