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Itinerari

GiraSile

La strada verde del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile

La strada verde del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile è un corridoio ecologico che attraversa tutto il Parco dalle sorgenti a Portegrandi, destinato alla mobilità lenta (ciclabile, pedonale e in barca). La strada verde non è solo un percorso alternativo alla viabilità stradale convenzionale, ma rappresenta la spina dorsale di un sistema a rete, che collega tutti i principali siti di interesse per il visitatore che vuole conoscere il territorio del Parco, scoprendo via via le sue particolarità.

GiraSile, la greenway del Parco del Sile
Mappa con itinerario georiferito
Percorribilità: A piedi, In bici
GiraSile: Anello dei Borghi fluviali e della Via Claudia Augusta, l'Antica Strada Imperiale Romana
Mappa con itinerario georiferito
Percorribilità: A piedi, In bici
GiraSile: Anello della Città Sepolta di Altino, Prima di Venezia
Mappa con itinerario georiferito
Percorribilità: A piedi, In bici
Interesse: Archeologia, Storia
GiraSile: Anello delle Risorgive del Sile
Mappa con itinerario georiferito
Percorribilità: A piedi, In bici
Interesse: Flora
GiraSile: Dalla Città Murata di Treviso al Cimitero dei Burci di Casier
Mappa con itinerario georiferito
Percorribilità: A piedi, In bici
Interesse: Panorama, Storia
GiraSile: La Via dei Mulini da Quinto di Treviso a Villa Letizia, sede del Parco
Mappa con itinerario georiferito
Percorribilità: A piedi, In bici
GiraSile: Per Borghi e Campagne intorno all'Oasi di Cervara
Mappa con itinerario georiferito
Percorribilità: A piedi, In bici
Interesse: Flora, Fauna, Storia

In Bici nel Parco del Sile

Ex Ferrovia Ostiglia
Partenza: Quinto di Treviso
Percorribilità: In bici
Tempo di percorrenza: 1 h
Interesse: Flora, Fauna
L'Alzaia da Treviso
L'Alzaia da Treviso
Partenza: Treviso zona Fiera
Percorribilità: In bici
Tempo di percorrenza: 1,5 A/R 3 ore
Interesse: Flora, Fauna, Storia
Lungargine da Portegrandi
Partenza: Portegrandi
Percorribilità: In bici
Tempo di percorrenza: 1,5 A/R 3 ore
Interesse: Flora, Fauna

In Canoa nel Parco del Sile

Canizzano - Treviso
Entrare silenziosamente nel cuore di Treviso
Partenza: Canizzano
Mappa con itinerario georiferito
Percorribilità: In canoa
Tempo di percorrenza: 3 h
Interesse: Flora, Fauna, Storia
Lughignano - Portegrandi
Partenza: Quarto d'Altino
Percorribilità: In canoa
Tempo di percorrenza: almeno 6 ore
Interesse: Flora, Fauna, Storia

La Palude

E' sicuramente il biotopo più ricco di specie animali e vegetali che si può incontrare nell'alto corso del Sile. Oggi non ne restano che alcuni, anche se significativi scampoli, mentre un tempo l'estensione della palude era considerevole e costituiva, per gli abitanti dei villaggi limitrofi, un'importante fonte aggiuntiva di reddito. Le bonifiche più rilevanti sono state effettuate dalla colonizzazione veneziana di queste terre, nel 1500; le più recenti si sono concluse negli anni '60, con indubbi vantaggi per la monocoltura estensiva, ma gravi perdite per la complessità e la ricchezza del territorio. Nell'alto corso del Sile cinque sono i siti in cui oggi è presente questo biotopo: le cave delle ex Fornaci di Istrana, la Palude di Morgano, le Buse di Carlesso, la Palude dell'Oasi del Mulino Cervara e quella di Canizzano. Pur essendo simili, presentano fattori di diversità: alcune sono naturali, altre naturalizzate; alcune profonde e allagate, altre semiallagate, o asciutte. In ognuna di esse, tuttavia, può essere osservata la struttura tipica di questa cenosi.

La Città

Fino al suo ingresso in Treviso il Sile conserva notevoli caratteristiche di naturalità: in questo senso, particolarmente interessante appare il tratto da Canizzano alla città. Dal Ponte di Ferro si può cogliere, a colpo d'occhio, la differenza tra alto e medio corso del fiume: vi giunge ampio e contornato da una fitta vegetazione ripariale, e di qui prosegue tra argini sempre più "urbani", fino a trovarsi a scorrere tra sponde murate. Percorrendo la riva destra (Lungosile A. Mattei), ricca soprattutto di Platani (Platanus Ibrida), di Robinie e di qualche notevole esemplare di Bagolaro (Celtis australis), si giunge all'altezza di Ponte De Gasperi, sul quale vale la pena di sostare per osservare la ricchezza della vegetazione acquatica che cresce nell'alveo, composta in prevalenza dalle lunghe e sottili Lacinie simili a capelli e dal Ranuncolo d'acqua (Ranunculus trichophyllus). Sulla sponda sinistra prevalgono la Robinia (Robinia pseudoacacia) e il Sambuco (Sambucus nigra).

Le Alzaie

Abbandonata Treviso, il Sile assume un nuovo aspetto: le sponde, che nell'alto corso erano basse e paludose, lasciano spazio ad un sistema di alzaie (o restere) che, necessarie un tempo per trainare da riva le grosse barche che risalivano la corrente, sono oggi molto frequentate da chi ama passare il tempo libero all'aria aperta: naturalisti, sportivi, ragazzetti, giovani madri con i loro piccoli, o nonni...

Infinite tonalità di verde

E' un sipario di verdi dalle infinite tonalità che a primavera annuncia l'area delle Sorgenti del Sile. Chi dovesse giungervi da nord, da Casacorba, percorrendo via Santa Brigida, dopo un'area di ristoro troverà una strada bianca (da percorrere a piedi) che si diparte sulla sinistra. Poco oltre si scopre, sempre sulla sinistra, un largo caredòn (sentiero), che si inoltra deciso tra le piante che lo contornano.
Subito ci si imbatte in un veloce corso d'acqua, che si defila ad una curva tra gli argini incavati: lo Zero. E' il fratello minore del Sile, meno rinomato, ma non meno importante sia sotto l'aspetto ambientale che storico. Le sue acque dovevano racchiudere importanti risorse alimentari e idrauliche se qualche chilometro più a valle ha dato vita al toponimo che, già nel XV secolo, indicava il primo insediamento di Badoere: Zeruol appunto. Anche Zero Branco gli deve il nome.



Infinite tonalità di verde

La Torbiera

Dalla Grande Quercia si punta a nord e, attraversata una scolina che segna l'ingresso in una proprietà privata, si attraversa un terreno torboso, abbastanza asciutto, colonizzato principalmente dalla Canna palustre (Phragmites australis) e dal Falasco (Cladium mariscus). Questa cenosi rappresenta una tappa intermedia nell'evoluzione della palude. Infatti i terreni dove la falda freatica è superficiale, o in cui si verificano periodiche esondazioni, le paludi appunto, sono soggetti ad una naturale e lenta evoluzione.
L'accumulo al suolo della vegetazione, che annualmente si rinnova, origina dei terreni torbosi sempre più compatti, come quello che si sta attraversando, sui quali attecchiscono col tempo vari arbusti, quali Frangole e Salici. Da ultimo, vi affondano i loro apparati radicali specie ad alto fusto, che vanno a configurare un nuovo biotopo: il bosco planiziale. Le alte pareti d'erbe palustri, che rendono obbligato il percorso, si diradano all'improvviso alle soglie di uno straordinario mare verde: la torbiera, delimitata a nord da una riva di arbusti con esemplari notevoli di Salice bianco e in fondo, ad ovest, da un unico ceppo da cui si partono tre fusti di Quercia. La traccia sul terreno prosegue meno evidente, ma sempre sicura, ed è necessario seguirla non solo per non danneggiare le centinaia di specie floristiche che vi si possono osservare, molte davvero rare, ma anche perché si è all'interno di una proprietà privata. Ed è proprio grazie allo sfalcio estivo praticato dai contadini che l'area mantiene questa sua straordinaria ricchezza, che, soprattutto in primavera e nei primi mesi estivi, esplode nel giallo tappezzante delle Creste di Gallo (Rhinanthus minor), appena inciso dal lilla della Prunella (Prunella vulgaris), o dai canuti pennacchi dell'esile Soffione (Eriophorum latifolium). Altre specie di notevole interesse sono la Parnassia (Parnassia palustris), l'Eufrasia (Euphrasia salisburgensis), il Timo profumato e tappezzante (Thymus serpyllum) e l'Orobanche (Orobanche gracilis), curiosa pianta parassita che vegeta sugli apparati radicali delle Ginestrine (Genista tinctoria).



La Torbiera
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